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Fondi ai Comuni lombardi, Piloni (PD): “Chiediamo alla Regione più risorse per i territori più colpiti”

E’ approdato in commissione “Programmazione e bilancio” di Regione Lombardia il progetto di legge della giunta Fontana che prevede un indebitamento di 3 miliardi per fronteggiare l’impatto economico dell’emergenza Coronavirus. In questo provvedimento sono previsti anche risorse da destinare a tutti i Comuni lombardi per investimenti in opere pubbliche locali.

“Come gruppo consiliare del Partito Democratico – dice il consigliere regionale PD Matteo Piloni – abbiamo presentato alcuni emendamenti per aumentare le risorse ai Comuni e soprattutto a quelli dei territori più colpiti, come la Provincia di Cremona, ma la maggioranza non li ha accolti. Abbiamo chiesto di destinare altri 400 milioni per i Comuni, sostenendo maggiormente quelli dei territori più colpiti dall’emergenza Covid-19 (proprio come le Province di Cremona, Brescia, Bergamo e Lodi),  le fasce comprese tra i 1.000 e i 3.000 abitanti e i Comuni che hanno effettuato la fusione”.

“Ci saremmo aspettati una maggiore condivisione da parte della maggioranza – conclude Piloni – ripresenteremo queste proposte, insieme ad altre ancora, il prossimo 4 maggio quando il provvedimento sarà sottoposto al voto dell’aula consiliare, sperando in un sostegno trasversale con un ripensamento almeno da parte di quegli esponenti di forze politiche di maggioranza che vengono proprio dai territori più colpiti”.

Ospedale di Cremona, Soldo (PD): “Bisogna aprire un confronto serio sulla sanità territoriale”

Vittore Soldo, segretario provinciale del Partito Democratico, è intervenuto sulla proposta lanciata da Forza Italia per un nuovo ospedale di Cremona, da realizzare con i soldi del Mes. Questa proposta è stata lanciata da Massimiliano Salini, eurodeputato e coordinatore di Forza Italia in Lombardia, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che nel pomeriggio di martedì 28 aprile è in visita proprio a Cremona. Ecco la nota stampa integrale del segretario provinciale PD:

La sanità lombarda ha bisogno di presidi e strutture territoriali e intermedie e di rendere più efficace il presidio dei medici di base e non di strutture faraoniche o di cattedrali nel deserto. Abbiamo veramente bisogno di un ospedale nuovo fiammante o avremmo bisogno di darci delle priorità vista l’evidente stato di sofferenza in cui la sanità lombarda è caduta per l’emergenza Coronavirus Progetti faraonici e cattedrali nel deserto o una sanità che funzioni e vicino al cittadino? Leggo le dichiarazioni degli esponenti di Forza Italia cremonesi e provo a portare alcune riflessioni rispetto al tema. Fa piacere che Forza Italia chieda che vengano fatti degli investimenti sulle strutture sanitarie della Provincia di Cremona. Fa piacere che lo facciamo proprio loro che discendono dalla famiglia politica di Formigoni e che hanno condiviso la riforma della sanità regionale di Maroni. Fa ancora più piacere perché questa proposta arriva dagli stessi esponenti che fino a poco tempo fa dichiaravano che si sarebbero dovuti tagliare alcuni reparti (vedi questione UTIN) per concentrare fondi e attenzioni ad alcune specializzazioni a discapito di altre. A questo punto però si impone una riflessione proprio dopo quello a cui abbiamo assistito con l’emergenza Covid-19. Riflessione che va estesa a tutte le forze politiche provinciali: non sarebbe il caso di aprire un confronto serio sulla sanità territoriale e per il momento smettere di lanciare proposte ambiziose e costose che vanno sempre nella stessa direzione di favorire i presidi ospedalieri e non tengono conto degli evidenti limiti della sanità lombarda che sono emersi con l’emergenza Coronavirus?

Non sono e non siamo contrari a priori alla proposta formulata da Forza Italia. Sappiamo benissimo che l’ospedale di Cremona ha bisogno di fondi per l’adeguamento delle strutture. Ad oggi però sappiamo anche che una delle cose che è mancata alla sanità lombarda (ed in particolare a Cremona) perché ci fosse una risposta più efficace al Coronavirus sono le strutture di sanità territoriale e prossimale, così come è mancata una forte risposta da parte dell’importante presidio dei medici di base, quasi abbandonati a loro stessi nell’emergenza; quando invece, se messi in condizione, avrebbero potuto contribuire in modo significativo a contenere il contagio e lo stress sugli ospedali e sul personale sanitario. Allora, forse, prima di pensare e chiedere un nuovo e bellissimo ospedale (rispetto al quale non abbiamo preclusioni) non sarebbe il caso di ripensare l’organizzazione e i presidi sanitari sul territorio, partendo proprio da cosa non ha funzionato nella drammatica emergenza del Covid-19 e su quanto, dell’esistente, ha funzionato ed è perfettibile. La risposta lombarda al Coronavirus è stata esclusivamente l’ospedalizzazione dei cittadini contagiati, in situazione di decorso della malattia ormai avanzato. Questo perché i medici di base non erano nelle condizioni di fare presidio e contenere il contagio e soprattutto perché non esistevano strutture sanitarie intermedie e di prossimità che potessero coadiuvare gli stessi medici di base ad assistere e a curare i pazienti a domicilio ed evitare il collasso degli ospedali e dei reparti di terapia intensiva. Faccio inoltre notare che portare avanti la richiesta di un nuovo ospedale nel capoluogo provinciale può essere giusta e importante, ma siamo sicuri che faccia veramente il bene di tutto il territorio e non rischi di impoverire i presidi ospedalieri di Crema e di Casalmaggiore? E poi forse non sarebbe il caso di ripensare la sanità lombarda anche in funzione di quelli che erano i limiti prima dell’emergenza, ovvero le code per esami specialistici e interventi?

Io personalmente credo che se dobbiamo ripartire più rigorosi e più seri lo si debba fare anche e soprattutto dalla proposta politica: fermiamoci un momento e non ricominciamo a dover rincorrere visibilità e spazio sui giornali. Proviamo a fare il vero bene del territorio. I limiti della nostra Provincia li conosciamo bene ormai e li conosciamo tutti: vogliamo provare, per una volta, visto il dramma a cui abbiamo assistito (…e ancora in corso), a condividere le soluzioni e a lavorare insieme in un percorso che non debba portare solo ed esclusivamente ad un ritorno elettorale o di propaganda? Se ci fosse la disponibilità, tra forze politiche di diversi schieramenti, a ripensare l’organizzazione della sanità sul territorio, il Partito Democratico farà la sua parte con generosità e rigore. Chiediamo che tutti facciano lo stesso, convinti che la riposta migliore non può arrivare da una sola forza politica ma dal lavoro di mediazione e costruzione di una proposta di sanità che risponda veramente alle esigenze di tutto il territorio.

Vittore Soldo – Segretario provinciale PD Cremona

25 Aprile: Festa della Liberazione

Il 75° anniversario della Liberazione dal regime fascista e dall’occupazione nazista accade in uno dei periodi più difficili della storia italiana, almeno nel secondo dopoguerra. Tuttavia, mai come in questo momento, il nostro Paese ha bisogno di ricordare l’importanza e il significato di questo giorno di liberazione: l’emergenza sanitaria e le sue conseguenze economiche e sociali richiedono concretezza, unità d’intenti e senso della comunità.

Su indicazione della Prefettura, nel pieno rispetto delle misure igienico-sanitarie per evitare la diffusione del contagio da Coronavirus, quest’anno sono vietati assembramenti e cortei. Le cerimonie ufficiali, in tutti i Comuni della Provincia di Cremona, si terranno con la sola presenza dei sindaci, senza la presenza del pubblico. Tuttavia il 25 aprile la cittadinanza è invitata a rendere visibile l’adesione a quei valori di pace, libertà e democrazia che l’esperienza della Resistenza ci ha tramandato.

Il Partito Democratico di Cremona, aderendo all’appello dell’Anpi, invita iscritti e simpatizzanti a celebrare la Festa della Liberazione ognuno dalla propria abitazione, distanti ma uniti: sabato 25 aprile, alle ore 15.00, i cittadini sono invitati ad esporre il tricolore da finestre e balconi di ogni casa, intonando dove possibile la canzone “Bella Ciao”.

In occasione del 75° anniversario della Liberazione, il segretario provinciale PD Vittore Soldo ha scritto una lettera a tutti gli iscritti della Federazione di Cremona, con una riflessione sul significato del 25 aprile anche in questo periodo di grande difficoltà: Lettera 25 Aprile 2020

Donne Democratiche di Cremona: 25 Aprile in ricordo di Nilde Iotti

In questo difficile momento della storia italiana, le Donne Democratiche di Cremona partecipano con i loro ruoli, dignità e valori alla salvaguardia e rinascita del proprio territorio ed intendono, in tale ricorrenza, riaffermare l’importanza dell’identità repubblicana e democratica che con la Resistenza abbiamo conquistato. Da ciò che essa ha rappresentato prendiamo vigore per una Resilienza capace di realizzare una comunità piena espressione della personalità umana, di ogni persona su questa terra.

Nell’anno in cui si ricorda il centenario della nascita di Nilde Iotti, figura di primo piano nella vita politica italiana e prima donna a ricoprire l’incarico di Presidente dell Camera dei Deputati, il coordinamento cremonese delle Donne Democratiche ha richiamato, in un volantino, il fatto che molta strada è stata percorsa, ma il cammino non è esaurito nell’obiettivo dei risultati di uguaglianza effettiva da raggiungere sul lavoro, in famiglia, nelle istituzioni.

Coronavirus, Piloni (PD): “Una battaglia da vincere nei territori, ecco le nostre proposte in Regione”

Il gruppo regionale del Partito Democratico, in diretta Facebook dal Pirellone, ha tenuto una conferenza stampa in merito all’emergenza Covid-19 in Regione Lombardia. “Proprio oggi, giornata mondiale della Salute, avevamo chiesto che si svolgesse un consiglio straordinario per confrontarci finalmente con la maggioranza, ma dal momento che ci è stato negato, abbiamo deciso di raccontare le nostre proposte alla stampa” dice il consigliere regionale Matteo Piloni che riassume poi gli interventi degli altri consiglieri PD.

La giunta regionale guidata dal Presidente Fontana non ha ancora capito che questa battaglia si vince nei territori e non dentro i palazzi: “Per la cosiddetta fase due, per uscire dall’emergenza – prosegue Piloni – dobbiamo innanzitutto scongiurare false ripartenze e predisporre un piano vero per conoscere ciò che ancora non conosciamo, quindi bisogna innanzitutto effettuare i tamponi a tutto il personale sanitario e a tutti i pazienti, anche nelle Rsa, e sanificare tutte le strutture. Bisogna predisporre un piano di tamponi anche per i familiari di coloro che si infettano, isolando eventuali focolai, e nei luoghi di lavoro destinati alla riapertura, così come stanno chiedendo in questi giorni i medici e le loro organizzazioni. Contemporaneamente, bisogna potenziare la rete di medicina territoriale, quindi le Usca, le cosiddette Unità Speciali di Continuità Assistenziale, che oggi sono troppo poche, un numero risibile rispetto alla nostra popolazione. Nella nostra provincia, per esempio, che conta 360mila abitanti, sono solo 3 e mezzo (Crema, Soresina, Cremona e Viadana che è in provincia di Mantova ma copre il casalasco) con circa 8 medici. E si deve potenziare poi la medicina di base, i medici e la strumentazione che permette la loro connessione alla piattaforma di telemedicina, privilegiando la cura domiciliare con un immediato e costante monitoraggio. Insomma, per poter ripartire è necessario governare l’infezione e per poterlo fare ci vuole un presidio sanitario territoriale capillare e funzionale”.

All’emergenza sanitaria si affianca, speculare, quella economica: “La nostra proposta – spiega Piloni – prevede la costituzione, urgente, di una cabina di regia che, unendo politica e scienza, costruisca un piano industriale regionale completamente nuovo, che tenga conto delle peculiarità di tutti i territori a livello provinciale. A dire il vero serve una cabina di regia in ogni provincia, perché la Lombardia non è tutta uguale e i territori, anche in questa emergenza, hanno vissuto situazioni assai differenti– sottolinea Piloni e conclude – saranno dunque necessari, da parte di Governo e Regione, interventi straordinari per i territori maggiormente colpiti come il nostro”.