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Patto Giovani: un manifesto generazionale per l’Italia

Non è un caso che la grande vittoria italiana ed europea del Recovery Fund si chiami “Next Generation Eu”: il protagonismo e le idee delle nuove generazioni sono la più importante missione di questo tempo. Soprattutto per un Paese come l’Italia. Prima del Covid si ripeteva che l’Italia non è un Paese per giovani. Primi in Europa per giovani esclusi dal lavoro e da percorsi di studio e formativi. Stipendi bassi. Ascensore sociale bloccato. Oggi, dopo l’avvento del Covid, la situazione è ancora più drammatica. Sono le nostre ragazze e ragazzi che pagheranno più di tutti le conseguenze socioeconomiche della crisi sanitaria. La pandemia sta aggravando le difficoltà di un Paese dove esplodono le disuguaglianze, diminuiscono ancora le opportunità di lavoro, aumenta il fenomeno dell’espulsione e marginalizzazione dai cicli formativi, e la natalità continua a calare.

Si parla molto e giustamente di investimenti in infrastrutture per la ripresa, ma non dimentichiamoci mai che il primo grande investimento da fare è sulle persone e sul valore del capitale umano a cominciare dalle ragazze e dai ragazzi. Veniamo da decenni di egoismo generazionale. Ad ogni passaggio critico della nostra storia recente si è scelto di salvarsi scaricando sulle generazioni future i problemi strutturali del Paese. Creando sempre più debiti, rischi ambientali, precariato. Si chiedono visione e discontinuità: ecco il terreno più importante su cui esercitare la nostra capacità di rinnovare l’Italia. Ora è il momento di spezzare la catena degli egoismi e assumersi la responsabilità della dignità e qualità della vita delle generazioni future. Perché senza i giovani non ce la facciamo.

Con l’approvazione del Recovery Fund, l’Europa ha deciso di cambiare la propria storia e di fare un salto nel futuro, puntando soprattutto sui giovani per la ripresa dopo la pandemia. Ora, quindi, l’enorme mole di risorse messe a disposizione dell’Italia con il piano ‘Next Generation EU’ dovrà sostenere prima di ogni altra cosa l’emancipazione dei giovani a livello lavorativo, formativo e familiare. È il momento di creare un’alleanza tra generazioni e porre le basi affinché il debito che stiamo assumendo oggi sia un volano per il futuro del Paese, non un macigno sulle spalle delle prossime generazioni. Per questo c’è bisogno di un “Patto Giovani: un manifesto generazionale per l’Italia”, che coincide con la speranza del Paese di farcela. Azioni concrete per mettere al centro le potenzialità e la forza delle ragazze e dei ragazzi di oggi e i loro diritti. Un grande obiettivo su cui aprire un dibattito nel Paese che coinvolga, per prime, proprio le nuove generazioni.

Il Partito Democratico su tutto questo apre un grande confronto, nella rete e nelle strade, con una nuova generazione per raccogliere contributi e suggerimenti per una grande battaglia politica e culturale per cambiare l’Italia. Servono fatti per rendere l’Italia un Paese a misura di giovani, per ricostruire la fiducia nel futuro e per far emergere le competenze, le energie e i talenti di cui abbiamo bisogno. Sul sito nazionale PD è possibile portare idee e proposte concrete per la costruzione del manifesto generazionale per l’italia. Ecco come contribuire in prima persona: www.partitodemocratico.it/patto-giovani

Recovery Fund, per l’Italia 209 miliardi: ora servono visione, concretezza e velocità

“L’Europa c’è ed è più forte e vicina alle persone. Un’Europa popolare. Grande battaglia del Governo Conte e bella vittoria per l’Italia”. Lo scrive il segretario nazionale del Partito Democratico Nicola Zingaretti dopo l’accordo sul Recovery Fund al Consiglio Europeo. “Ora – prosegue Zingaretti – servono visione, concretezza e velocità. Investimenti su green economy, digitale, infrastrutture, conoscenza, inclusione per rilanciare le imprese ed essere vicini alle famiglie”.

Per Valentina Cuppi, presidente del Partito Democratico: “quella di questa mattina si presenta come l’alba di un nuovo corso. Dopo giorni di negoziati e accesi confronti l’Europa si è stretta in un abbraccio che la rende ora più forte e più solidale. Un’Europa che torna ad essere quella che abbiamo sempre cercato di costruire e che, non è un caso, oggi vede tre donne sui maggiori scranni a governarla. Con l’accordo sul Recovery Fund 209 miliardi di euro arriveranno all’Italia, un ottimo risultato. Abbiamo la grande occasione di investire sul futuro, in infrastrutture sociali, in scuola, sanità e buona occupazione. Per questo ora sarà fondamentale usare bene questi soldi e farlo con progetti pensati dalle donne sarà garanzia di attenzione e cura verso le prossime generazioni, next generation appunto. Come Partito Democratico presenteremo le nostre proposte in un Women New Deal, un piano pensato prevalentemente da donne, a beneficio di tutte e tutti. La nuova Europa avrà una marcia in più con il protagonismo femminile”.

Il commento di Emanuele Fiano,deputato e responsabile Esteri del PD: “L’Europa ha svoltato. Grazie anche al lavoro coraggioso e instancabile del nostro governo, per la prima volta viene messo a punto uno strumento per il rilancio dell’Unione finanziato da debito comune e rimborsabile con risorse proprie comunitarie. 209 miliari di euro per la ripresa dell’Italia. 740 miliardi totali di Recovery Fund. Ha vinto l’idea dell’Europa nella quale abbiamo sempre creduto, solidale e unita, senza veti, senza egoismi. Adesso riforme e progetti. Grazie a Giuseppe Conte e Enzo Amendola per non avere mai mollato. È un giorno di festa!”, conclude Fiano.

Approvato il Decreto “Rilancio”: per un’Italia giusta, semplice e competitiva

Dopo il pacchetto di misure da 25 miliardi di euro del decreto “Cura Italia”, il governo con il “Decreto Rilancio” stanzia ulteriori 55 miliardi per avviare la Fase 2 dell’economia italiana che dovrà affrontare la crisi senza precedenti innescata dalla pandemia del Covid-19 e sostenere la ripresa del Paese. Un provvedimento straordinario con il quale si interviene per rinforzare i settori salute e sicurezza, sostenere le imprese, i redditi da lavoro, il turismo e la cultura. E si pongono le basi per la ripresa del Paese, anche con la cancellazione delle clausole di salvaguardia, eliminando così gli aumenti di Iva e accise previsti a partire dal 2021.

In particolare vengono stanziati oltre 30 miliardi per fornire liquidità e sostegno al lavoro e all’economia tramite misure di ristoro per le imprese con contributi a fondo perduto, la cancellazione del saldo e acconto Irap di giugno, contributi per affitti e bollette, il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione, l’allungamento delle tutele della Cassa Integrazione (per complessivi 16 miliardi), delle indennità di lavoratori autonomi, Co.Co.Co, stagionali, artigiani e commercianti e l’introduzione di interventi per aiutare colf e badanti. I cittadini stranieri, con permesso di soggiorno scaduto tra il 31 ottobre 2019 e il 31 gennaio 2020, potranno richiedere un permesso di soggiorno temporaneo della durata di 6 mesi per svolgere lavori in agricoltura o come colf e badanti. Nella sanatoria rientrano anche i lavoratori italiani impiegati illegalmente. Non potranno presentare istanza di regolarizzazione i datori di lavoro condannati negli ultimi 5 anni per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina o per reclutamento di persone da destinare alla prostituzione o allo sfruttamento di minori. C’è inoltre un raddoppio delle pene per chi sfrutta il lavoro in nero.

Dal 1 luglio al 31 dicembre 2020 tutti gli interventi di adeguamento, efficientamento energetico, sisma bonus, fotovoltaico e quelli relativi alla costruzione di colonnine di ricarica dei veicoli elettrici, saranno a costo zero per le famiglie e le attività, grazie ad un credito di imposta del 110% per le imprese che effettueranno i lavori. Oltre cinque miliardi per salute e sicurezza: di questi, 1,4 miliardi vengono impiegati per la creazione di 3.500 nuovi posti letto in terapia intensiva e oltre 4.200 in semintensiva; 1,2 miliardi per il potenziamento dell’assistenza territoriale con l’assunzione di quasi 10.000 infermieri e 1,5 miliardi per rifinanziare il Fondo emergenze nazionali. Due miliardi, infine, sono destinati a sostenere le misure fiscali, fra le quali l’azzeramento dell’Iva per i dispositivi di protezione individuali.

Bonus baby sitter: il voucher sale da 600 a 1.200 euro e può essere utilizzato anche per l’iscrizione ai centri estivi. I lavoratori dipendenti genitori di figli con meno di 12 anni hanno diritto ad un congedo parentale pagato al 50% della retribuzione fino a 30 giorni, e accesso allo smart working se hanno figli minori di 14 anni. Incremento di 12 giorni di permesso retribuito, per i mesi di maggio e giugno, per l’assistenza di familiari disabili. Viene stanziato circa un miliardo e mezzo nell’arco di due anni per far partire il prossimo anno scolastico in sicurezza. Saranno tsabilizzati 16 mila insegnanti, con un totale di 32 mila posti aggiuntivi all’avvio dell’anno scolastico. Alle Università e agli Enti Nazionali di Ricerca destinati 1,4 miliardi, mentre si prevede l’assunzione di ulteriori 4 mila nuovi ricercatori. Si istituisce un Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali con una dotazione di 225 milioni di euro, destinato al sostegno delle librerie, dell’intera filiera dell’editoria, nonché dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura. A uno dei settori più colpiti, il turismo, sono destinati 2,5 miliardi di aiuti che serviranno a finanziare, tra le altre cose, il credito di imposta per le vacanze delle famiglie (un tax credit fino a 500 euro per tutte le famiglie con Isee inferiore a 40mila euro) e l’esenzione IMU per le attività del settore ricettivo.

Perché nessuno resti indietro, per ripartire tutti insieme. A questo serviranno i 55 miliardi del Decreto Rilancio. Sostenere l’economia, proteggere le persone, semplificare le procedure. Dal reddito di emergenza alle agevolazioni per le imprese, dalla sburocratizzazione del Paese alle assunzioni, passando per un grande investimento su sanità, scuola, università e ricerca. Costruiamo un’Italia giusta, semplice e competitiva. Questo è l’impegno del Partito Democratico e faremo di tutto per realizzarlo.

Lettera di Luciano Pizzetti e altri deputati PD al governo: “Un contributo straordinario per i territori più colpiti”

Il deputato cremonese Luciano Pizzetti e altri parlamentari del Partito Democratico hanno scritto una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri per chiedere un’attenzione particolare del governo nei confronti di quelle aree più colpite dall’emergenza Coronavirus. La richiesta è firmata, oltre che dallo stesso Pizzetti, anche da Maurizio Martina, Elena Carnevali, Marina Berlingheri e Alfredo Bazoli, in rappresentanza delle Province di Cremona, Lodi, Bergamo, Brescia e Piacenza.

I parlamentari PD riconoscono l’impegno che il governo ha finora profuso con scelte difficili ma necessarie e con prime azioni importanti per sostenere lavoratori, imprese, famiglie e enti locali. L’imperativo categorico, assolutamente condiviso, è non lasciare indietro nessuno, non perdere nessun posto di lavoro e non fare chiudere nessuna impresa. Per questa ragione nei prossimi provvedimenti economici, si chiede di individuare un contributo straordinario di emergenza anche nei confronti dei territori più colpiti e di definire scelte infrastrutturali utili al rilancio dello sviluppo di queste Province. Queste terre, seppur duramente provate, hanno certamente le energie e la forza per ripartire ma queste comunità, oggi più che mai, hanno bisogno di sentire vicino l’intero Paese.

Ecco la lettera integrale al governo: Lettera PD Conte-Gualtieri

Da Regione Lombardia polemiche inopportune: nessuno si salva da solo in questa emergenza

Suscitano stupore e sconcerto le dichiarazioni dell’assessore regionale al bilancio Davide Caparini, che in una conferenza stampa presso la sede di Regione Lombardia ha attaccato, con termini inappropriati e inopportuni, il lavoro fatto finora da governo e Protezione Civile nazionale. Dichiarazioni strumentali e pretestuose, all’insegna della polemica e della propaganda di parte, quando invece servirebbe unità e senso di responsabilità da parte di tutte le istituzioni.

Vittore Soldo, segretario provinciale del Partito Democratico di Cremona, ha diffuso una nota stampa sulla questione: “L’assessore Caparini si manifesta con dichiarazioni inopportune, visto il periodo. Di più, inadeguato al suo ruolo e anche alla comprensione di quello che sta accadendo. Nessuno si salva da solo, nessuno può pensare di salvarsi da solo. C’è bisogno di tutte le istituzioni, dai comuni fino all’Unione Europea. Chi in Regione continua a rivendicare risultati per sè scaricando i problemi sugli altri non fa un buon servizio alla causa della lotta al contagio. Quando avremo superato l’emergenza, non adesso, bisognerà discutere di quella che doveva essere un’eccellenza, la Sanità Lombarda e che invece sta dimostrando dei limiti evidenti: mancanza di presidi territoriali diffusi, ospedalizzazione spinta e poca attenzione alla realtà delle RSA e dei medici di base. Oltretutto faccio presente che anche a Cremona bisognerà cercare di assistere i malati di Covid a casa loro, con strumentazione e presidi che lo consentano. Lo Stato c’è, sta portando quotidianamente mascherine, ventilatori e altro materiale e Caparini lo sa bene. Lo Stato ha messo in campo impegno e risorse per andare incontro ai più deboli e alle aziende. Dire che lo Stato non c’è non è solamente una bugia inutile, è un brutto fallo di reazione che bisognerebbe saper evitare se si è amministratori pubblici. Lasci perdere la propaganda: non serve mai, tanto meno in questo periodo. Serve la Politica. Anche perché verrebbe smentito. Caparini sa bene infatti che i sindaci della Lega erano contrari alla zona rossa nella bergamasca, così come importanti esponenti leghisti di quel territorio. Tutto questo è scritto nero su bianco, tutto dichiarato – sottolinea Soldo – e se la Regione avesse davvero voluto la zona rossa, magari anche a Cremona, avrebbe fatto come ha fatto l’Emilia Romagna a Medicina. Le decisioni si prendono non si dichiarano e se ne assume la responsabilità. Il resto è atteggiamento strumentale e pretestuoso. In questo momento serve unità e forte senso di responsabilità e delle istituzioni”.

Anche il consigliere regionale PD Matteo Piloni è intervenuto sul tema dei fondi di solidarietà comunale, dopo alcune dichiarazioni polemiche di Regione Lombardia: ” Mi chiedo come si possa fare polemica anche sui soldi che il governo ha deciso di dare ai Comuni? I Comuni sono in difficoltà e c’è tanta gente che sta facendo molta fatica adesso. Bastano? No. Ne serviranno altri. Ma sono provvedimenti che tracciano la strada giusta. Come si può fare polemica su questo? E quando a farla sono assessori regionali, è inaccettabile. E se a farla sono sindaci è incomprensibile. Piuttosto la Regione faccia anche lei la sua parte – conclude il consigliere Piloni – per le famiglie e le aziende: questa partita la si gioca e vince insieme”.