Si al jobs Act

Non lasciamo indietro nessuno. Contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, ferie, maternità, indennità di malattia, scatti di carriera, assegno di disoccupazione.

“Il Jobs act finalmente è legge. Se ne parlava da anni, oggi riscriviamo le norme sul lavoro.
Lo facciamo per dare garanzie innanzitutto a tutti quelli che sinora hanno lavorato come e più degli altri, ma senza gli stessi diritti. Penso ai tanti, soprattutto ai ragazzi della mia generazione, che abbiamo chiamato con sigle ed acronimi (co.co.co, co.co.pro.) ed ai quali abbiamo negato diritti elementari, come le ferie e la liquidazione. Penso alle lavoratrici alle quali era negato un diritto universale, come la maternità. Penso, ancora, a tutti quelli che in questi anni di crisi hanno perso il lavoro ed ai quali lo Stato non ha fornito un supporto economico, né servizi adeguati per l’impiego e neppure una formazione degna di questo nome. Eliminiamo l’articolo 18, certo, totem di un passato che non c’è più. Ma soprattutto diamo all’Italia un mercato del lavoro moderno e funzionale, con regole certe ed inclusive”. Così il premier Matteo Renzi a seguito dell’approvazione del jobs act.

scarica il volantino 5DC5M8GDJ7D5V

Un commento su “Si al jobs Act”

  1. Bene sulle riforme del lavoro specialmente sulle PMI ( a parte la facoltà del TFR che creerà dissesti finanziari di liquidità alle aziende in funzione che gli istituti bancari chiuderanno i rubinetti ) , consapevole che si potrebbe fare molto di + ma il barile è vuoto , mentre sull’evasione fiscale ho qualche perplessità in funzione che NON si è voluto intervenire sulle cooperative che sappiamo TUTTI sono il fulcro dell’evasione fiscale , era sufficente inserire alcuni paletti ( iscrizione nella regione che operano con lobbligo nominale di iscrizione togliendo le FIDUCIARIE di comodo , ispezione tributaria entro i 6 mesi e non dopo i 2 anni ) se consideriamo poi che molti lavoratori sono prossimi alla pensione ( 3/5 anni )e non arriveranno neanche alla minima , si aprirà una nuova stagione di solidarietà aggravando di fatto i bilanci . Scusate lo sfogo emotivo ma NON riesco a sopportare queste forme di schiavitu sapendo che il costo orario di questi lavoratori equivale all’offerta che dai in chiesa la domenica

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