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Elezioni provinciali, “Democratici e Civici”: lista e programma

In occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale di Cremona, previste per sabato 18 dicembre 2021, si è presentata (con il sostegno di 120 firme tra sindaci e consiglieri comunali del territorio) una nuova lista denominata “Democratici e Civici per la Provincia di Cremona” che vedrà come candidati amministratori locali di area civica, democratica e progressista rappresentanti dei territori di tutta la Provincia, dai piccoli Comuni alle principali città (a partire proprio da amministratori in rappresentanza di Cremona, Crema e Casalmaggiore).

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ELEZIONI PROVINCIALI 2021

Sabato 18 dicembre 2021 si terranno le elezioni di secondo livello per il rinnovo del consiglio provinciale. L’elettorato attivo e passivo è riservato solamente ai sindaci e ai consiglieri comunali eletti nei Comuni del territorio della Provincia di Cremona.

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Provincia di Cremona, Soldo (PD): “Dal tribunale una sentenza che sottolinea il rispetto per le istituzioni del Presidente Signoroni”

Il segretario provinciale del Partito Democratico Vittore Soldo è intervenuto, con una nota ufficiale, sulla vicenda della sentenza del tribunale in merito all’ineleggibilità del Presidente della Provincia di Cremona, Paolo Mirko Signoroni. Ecco il testo integrale del comunicato stampa:

La sentenza del giudice ordinario in merito all’ineleggibilità di Mirko Signoroni nell’elezione del 25 agosto ci dice chiaramente e inequivocabilmente che:
– Signoroni, in accordo con chi l’ha sostenuto, dopo essersi dimesso da Vicepresidente dell’ATO, ha deciso di dimettersi da Presidente della Provincia per ridare la possibilità agli elettori di tornare ad esprimersi, dimostrando rispetto per le istituzioni e per gli elettori;
– Non è previsto che in casi di decadenza di chi ha vinto le elezioni ci sia una surroga del vincente, Signoroni, con il perdente che nel nostro caso è risultato essere Rosolino Bertoni, sindaco di Palazzo Pignano, sostenuto dalla Lega e da Forza Italia.

Si fa presente che è stata riconosciuta l’assoluta buona fede dell’azione di Signoroni, nella vicenda: le dimissioni sgomberano il campo da qual si voglia pervicacia nell’azione politica e quindi dal tentativo di dolo di cui tanto, gli alfieri di Forza Italia e della Lega andavano raccontando, mentendo sapendo di mentire. Si sottolinea inoltre che il giudice ha disposto che le spese processuali vengano compensate dalle parti: ognuno pagherà le proprie spese e questo è un messaggio chiaro che indica che non c’è un vincente o un perdente della questione, in primis, perché non è stata decisa nessuna decadenza, essendosi Signoroni già dimesso. In seconda battuta perché era inammissibile la richiesta di surroga del dimissionario con Rosolino Bertoni, cosa che avrebbe sovvertito il volere della maggioranza degli elettori, l’esito del voto “popolare”. Nella visione distorta di Lega e Forza Italia, la scelta migliore doveva essere quella di sostituire il vincente con il perdente sconfessando il volere degli elettori e mettendo in discussione il principio di rappresentanza su cui si basano tutte le consultazioni elettorali in una democrazia compiuta, tra le quali, anche quella per l’elezione del Presidente della Provincia. Si tenga ben presente che dalla data delle dimissioni di Signoroni, per legge, si dovevano indire nuove elezioni entro e non oltre 90 giorni, rischiando di far cadere le elezioni nel periodo delle feste natalizie: la scelta di tornare al voto non è stato un vezzo ma un’azione mandatoria. Si fa valere quindi la bontà della scelta di Signoroni di dimettersi e di rimettere alla volontà degli elettori la scelta del Presidente della Provincia di Cremona: il motivo per cui Forza Italia e Lega non hanno partecipato, cercando di boicottare il voto, è da ascrivere al tentativo di non uscire ulteriormente perdenti dalla consultazione degli elettori, quindi nessuna volontà di cautela verso le istituzioni. Solo e semplicemente la volontà di condizionare l’azione politica di chi ha legittimamente vinto la tornata elettorale.

Lega e Forza Italia continuano a non rassegnarsi alla sconfitta e continueranno ad avvelenare il clima da forze irresponsabili e reazionarie quali sono, cercando di minare le istituzioni nei loro fondamenti e nei loro principi. L’incapacità di fare politica di queste forze si manifesta nella mancata accettazione della sconfitta e nel protrarsi dell’accanimento verso un verdetto politico che dovrebbe essere chiaro per tutti, ormai, ma che non lo è per quelle forze che non hanno a cuore la democrazia, anteponendo gli interessi di partito a quelle del territorio.

Vittore Soldo – Segretario provinciale del Partito Democratico

ELEZIONI PROVINCIALI 2019

Sabato 23 novembre 2019 si terranno le consultazioni di secondo livello per l’elezione del Presidente della Provincia di Cremona. Entro i termini previsti per la presentazione, è pervenuta la candidatura unica del sindaco di Dovera Paolo Mirko Signoroni, sostenuto dalla lista civica “Per una Provincia Unita” e dalle firme di 270 amministratori locali. La candidatura è stata regolarmente ammessa dalla commissione elettorale provinciale con verbale n. 77438 del 04/11/2019.

Ai sensi dell’articolo 1 della legge 9 gennaio 2019 n. 3, si pubblica curriculum e dichiarazione dei certificati penali del candidato alla Presidenza della Provincia di Cremona:

1. Paolo Mirko Signoroni
Curriculum  Cert. Penale

Elezioni provinciali, Soldo: “PD forza seria e responsabile. Con Signoroni a difesa delle istituzioni e della politica locale”

Le nuove elezioni per il Presidente della Provincia di Cremona si terranno nella giornata di sabato 23 novembre 2019. Entro i termini previsti per la presentazione, è pervenuta la candidatura unica del sindaco di Dovera Paolo Mirko Signoroni, sostenuto dalla lista “Per una Provincia Unita” e dalle firme di 270 amministratori locali, civici e democratici. A seguito del deposito della candidatura, il segretario provinciale del Partito Democratico Vittore Soldo ha deciso di ricostruire, in maniera specifica e dettagliata, tutte le vicende degli ultimi mesi . Ecco il testo integrale dell’intervento:

Nei giorni scorsi abbiamo letto che Lega e Forza Italia, hanno deciso di non presentare nessuna candidatura per il Presidente della Provincia di Cremona. Poi abbiamo raccolto lo sfogo di un sindaco “civico” rispetto alla politica locale e in ultima battuta, non pienamente soddisfatti delle manifestazioni di malcontento ricevute, arrivano Rifondazione e i Verdi: non avrei mai pensato di innescare tanto malcontento in così poco tempo! Ma andiamo per ordine perché la questione è molto più interessante di quanto non sembri. Ormai è diventato sport nazionale quello di dire che le province non contano più nulla e che la riforma Delrio è una sciagura. La maggior parte di quelli che fanno queste affermazioni lo fanno senza nemmeno avere cognizione di causa: considerazioni che una volta erano lasciate a contraenti che avevano esperienza e cognizione, ormai vengono ridotte a disquisizioni da bar. E purtroppo dal livello di discussione a cui si sono volute far scivolare si fa fatica risollevarle: è in atto una banalizzazione delle questioni, anche da parte di chi fa politica attiva, che è allarmante. Tornando alla vicenda in oggetto, inizierei a rispondere alle contestazioni del centrodestra provinciale: dichiarano di non voler partecipare all’elezione del Presidente della Provincia perché il comportamento tenuto, soprattutto dal Partito Democratico, rappresenta uno sfregio nei confronti delle istituzioni e della politica. Si aggiunge inoltre che sempre il Partito Democratico ha la responsabilità di aver “ammalorato” il clima politico in Provincia di Cremona. Adesso io capisco la posizione del centrodestra però è giusto fare una piccola cronistoria della vicenda per far capire chi e perché ha deciso di inquinare il clima ed il sereno confronto tra forze politiche.

Nel mese di luglio (2019) il sottoscritto, insieme al vice presidente della Provincia di Cremona Rosolino Azzali, ha incontrato Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia per parlare di alcune nomine che avremmo dovuto chiudere nel breve periodo. In quell’occasione io e Azzali, non altri, abbiamo dichiarato la disponibilità ad arrivare ad un candidato unitario tra tutte le forze politiche per la presidenza della Provincia di Cremona, dimostrando assoluta apertura al centrodestra locale. Da quel momento non abbiamo avuto nessun riscontro fino a tre giorni prima del deposito delle candidature, quando mi è stato comunicato che il candidato alla Provincia per il centrodestra era Rosolino Bertoni. A dire il vero, prima che mi fosse comunicato a voce, il suo nome lo avevo letto sulla stampa locale: questo per far presente la correttezza dei rapporti messa in campo dalla nostra controparte. Ma non mi sono mai fermato alla forma e ho sempre guardato alla sostanza. Da quel momento in poi abbiamo assistito ad una serie di eventi che ci hanno fatto capire di dover sempre gestire con molta cautela le posizioni del centrodestra cremonese, prima di tutto perché i partiti che lo compongono sono all’apparenza uniti ma poi manifestano, nelle azioni, linee politiche diverse e in alcune situazioni divergenti. Ne è un esempio la proposta che ho ricevuto da parte di Forza Italia di non depositare nessuna candidatura per le elezioni del 25 agosto scorso. Proposta rispetto alla quale invece la Lega non ha aderito. Già qui si può immaginare la difficoltà di capire quale dovesse essere l’interlocutore a cui fare affidamento! Dopo il comunicato stampa di Lega e Forza Italia, a sostegno della candidatura di Bertoni e prima del deposito delle candidature, ho e abbiamo ricevuto molteplici proposte da una parte di quello stesso centrodestra (che aveva appena candidato Bertoni) di ritornare ad una candidatura unitaria. Poi abbiamo affrontato la campagna elettorale nella canicola agostana in cui ci siamo sentiti dire di tutto dal centrodestra di essere dei “poltronari” ed aver messo insieme un’alleanza “contro natura”. Noi abbiamo sempre risposto riportando i fatti avvenuti e senza nemmeno essere mai essere smentiti a riprova dell’assoluta veridicità di quanto affermato.

Si arriva quindi al 25 agosto scorso in cui si manifesta un dato politico che nella storia di questa vicenda non può e non potrà essere mai superato. Mirko Signoroni viene eletto Presidente della Provincia con un’elezione che avviene nel rispetto del principio su cui poggia la democrazia liberale: il principio di rappresentanza. Principio che non può essere paragonato alla stregua del principio su cui si basano le competizioni sportive. Il 25 agosto si è raccolta la volontà politica degli elettori di secondo livello in Provincia di Cremona, che si sono espressi con una maggioranza chiara e incontestabile rispetto alle due proposte in campo. Questo dato deve essere considerato il faro che ci guida in questa vicenda che non può essere superato nemmeno con una sentenza di un giudice, sia amministrativo o ordinario: il dato politico resta e resterà. Faccio presente che il primo obiettivo dell’accordo che ha portato all’elezione di Mirko Signoroni, lato nostro, partiva dalla necessità di “mettere in sicurezza” la maggioranza in consiglio provinciale ed è giusto ribadirlo perché, in tutto questo susseguirsi di vicende, bisogna considerare che ci debba stare anche un po’ di “Politica”.

Mirko Signoroni viene quindi dichiarato prima candidabile, anche perché dall’ufficio elettorale della Provincia non sono arrivate contestazioni alla sua candidatura depositata il 5 agosto e poi, il 25 agosto, viene proclamato Presidente della Provincia sempre dallo stesso ufficio elettorale: per quale motivo si scopre che era ineleggibile solo il 18 settembre? Inoltre, il 12 Settembre, si riunisce il primo consiglio provinciale con Signoroni presidente: sapremo solo poi che gli uffici decidono di non inserire nell’ordine del giorno di quel consiglio il punto che riguarda la convalida degli eletti, questione importante per la vicenda in oggetto. Di questa decisione, gli uffici della Provincia non danno informazione né al presidente e nemmeno ai consiglieri provinciali. Arriviamo quindi al 18 settembre, quasi un mese dopo la proclamazione di Signoroni, giorno in cui la segretaria generale della Provincia scrive ai consiglieri provinciali dicendo che, per quanto verificato dagli atti, Signoroni “sarebbe” ineleggibile: quasi un mese dopo la proclamazione del Presidente! Un mese per verificare incandidabilità e ineleggibilità di una carica monocratica? Dopo questa segnalazione si assiste ad una serie di informazioni che escono dall’ente per voce dei suoi funzionari con modalità che, per un osservatore che non conosce i dettagli della vicenda, risultano quanto meno oscure e contrastanti. In prima battuta, ai consiglieri e a Signoroni, si comunica che le redini della Provincia dovrebbero essere prese in mano dal consigliere più anziano (quello che ha ricevuto più preferenze alle ultime elezioni del consiglio provinciale) che dovrebbe essere Alberto Sisti, sindaco di Castelvisconti e consigliere provinciale in carica. Poi si scopre che il consigliere “anziano” e più votato è Stefania Bonaldi, sindaco di Crema che oltretutto fa parte della coalizione che manifesta il gruppo di consiglieri più numeroso, com’è logico che sia. Poco dopo si scopre anche che la Provincia, per iniziativa dei suoi funzionari, senza informare chi ha in carico la direzione politica della Provincia, chiede un parere “pro veritate”, a titolo gratuito, ad un avvocato che, si scopre poi, essere organico alla Lega e che guarda caso dice che, causa ineleggibilità conclamata di Signoroni, deve essere nominato Presidente Rosolino Bertoni, candidato uscito sconfitto dalle urne del 25 agosto. Sulla scorta di questo parere si scopre ancora che è stato riconvocato l’ufficio elettorale della Provincia che ha proclamato Signoroni Presidente, in questo caso perché venga proclamato Bertoni; non si sa bene per quale astruso motivo ed in ragione di quale pronunciamento autorevole e definitivo. I membri dell’ufficio elettorale però fanno presente che il loro mandato è scaduto e che quindi non si può procedere all’istanza. Nel mentre assistiamo ad un balletto di dichiarazioni del centrodestra cremonese che sono quanto meno curiose, soprattutto se messe insieme ai messaggi ricevuti dal sottoscritto e da altri esponenti del Partito Democratico: da una parte si dice che non si vuole bloccare il funzionamento dell’ente e che grazie ad un accordo politico si potrebbe superare tutta la questione e poi si va sui giornali affermando che il PD sta mettendo in atto un “golpe” in Provincia e che il naturale Presidente della Provincia sia Rosolino Bertoni. Segnalo inoltre che alcuni “giornali locali”, assecondando la linea del centrodestra provinciale, hanno pubblicato la fotografia di una poltrona in prima pagina, ad indicare la pervicacia di Signoroni e del PD a mantenere il potere con le unghie e con i denti. Nel frattempo Mirko Signoroni, dopo aver sentito i suoi legali, da persona seria e rigorosa qual è, decide di sgomberare il campo da insinuazioni fastidiose e strumentali, dimettendosi da Presidente della Provincia di Cremona. Con tutto il rispetto che ho di Rosolino Bertoni e dei giudici che andranno a decidere in merito alla questione, io rimango fermo al 25 di Agosto: il dato politico sulla vittoria di Signoroni dovrebbe essere il fatto da tenere in considerazione rispetto a tutta la vicenda. La volontà degli elettori, qualunque sarà la decisione del giudice ordinario, non potrà non essere tenuta in considerazione.

Adesso si arriva a dichiarare che il clima dovrebbe essere ricreato: sono assolutamente d’accordo con questa affermazione, ma per fare questo ci dovrebbe essere reciprocità di intenti, lealtà e soprattutto serietà. La questione smetterebbe di tornare sui giornali se solo il Partito Democratico riaprisse la stagione della candidatura unitaria, chiedendo a Signoroni un passo indietro. Io però credo che la politica debba tornare ad essere rigorosa e leale: la parola, io ed il PD, la diamo una volta sola e in ragione di questo mi domando perché si dichiara quotidianamente che non si vogliono bloccare le istituzioni e in via confidenziale ci si dichiara favorevoli ad un accordo politico che metterebbe tutto a posto, compreso il ritiro del/dei ricorso/i, e poi si procede con una campagna di stampa e azioni legali per screditare la controparte? Se mi era stato detto dal centrodestra che non si voleva andare ad una candidatura unitaria, perché, adesso, si cambia idea? Oltretutto perché dovremmo non rispettare un impegno politico con amministratori seri e rigorosi per andare a braccetto con la repentina volubilità di Lega e Forza Italia cremonesi? Perché il centrodestra ha insistito tanto sull’ineleggibilità di Signoroni e poi, una volta che si è dimesso, hanno addirittura dichiarato che anche le dimissioni erano illegittime e che doveva fare dichiarazione formale di “rinuncia” e non di dimissioni? Perché come Partito Democratico dovremmo metterci nelle mani di chi non è stato leale nel confronto politico? Dopo aver ricevuto riscontro negativo ad una candidatura unitaria proposta da noi, a luglio, l’accordo fatto per la candidatura di Signoroni, per quanto riguarda il Partito Democratico, deve essere mantenuto e rispettato: altrimenti stiamo interpretando male il nostro ruolo e daremmo un pessimo esempio di politica.

A questo punto la domanda che mi pongo e pongo ai nostri sostenitori è la seguente: perché dovremo far scadere la candidatura unitaria che richiederebbe lealtà e impegno a “ripiego”, solo per assecondare le vicissitudini di Lega e Forza italia? Perché dovremmo farci carico “noi” di problemi e di un clima creato da altri? Inoltre, sulla questione dell’ineleggibilità di Signoroni si è detto e ripetuto che “forma è sostanza” (e sono d’accordo in linea generale) ma faccio presente che nel caso specifico, dal punto di vista della sostanza, si dovrebbe tenere ben presente che Signoroni non ha commesso nessun delitto e che la sottoscrizione della sua candidatura senza essersi prima dimesso dalla vice presidenza dell’A.ATo è stata una leggerezza che non aveva implicazioni di sostanza. Questo dovrebbero tenere presente tutti quelli che hanno avuto anche solo un minimo di frequentazione della politica amministrativa: la norma che regola l’ineleggibilità è da far risalire al testo unico enti locali del 2000 mentre nella legge Del Rio, anno 2014, non c’è nessun riferimento alla situazione che si è venuta a creare. Faccio inoltre presente che Signoroni non è nemmeno colpevole di aver omesso il ruolo di vice presidente dell’A.Ato provinciale, visto che se qualsiasi cittadino andasse sul sito internet ufficiale della Provincia, troverebbe il curriculum vitae di Signoroni con la dichiarazione sincera delle questioni che lo riguardano. Si è montato un caso e un polverone sul nulla che non ha fatto bene a nessuno e in alcuni momenti si è avuta la chiara impressione che fosse stato messo in atto un tentativo organizzato e coordinato di sabotare la situazione in Provincia. Si sono visti sindaci apparentemente civici, stracciarsi le vesti per difendere il senso e il ruolo della politica e si è poi scoperto che erano gli stessi ad aver partecipato attivamente al tentativo di mettere in difficoltà Signoroni e chi l’ha sostenuto. Si è capito inoltre che la struttura dell’ente ha bisogno di essere rimotivata e riorganizzata: in questa vicenda non si possono dare tutte le colpe solo alla politica. Se mi si dice che il clima è stato “ammalorato”, io rispondo che ognuno si deve assumere una quota parte di responsabilità nella vicenda, considerando che io (così come altri che hanno seguito la questione da vicino) sappiamo chi ha fatto cosa, quando e perché ed in questo momento non ci interessa superare le divergenze e ricreare un clima di sereno confronto se per fare questo dobbiamo tornare sui nostri passi, sconfessare Signoroni e rimettere in campo la possibilità di accordo unitario. Perché è a questo che puntavano Lega e Forza Italia: hanno tentato di rientrare in partita, superando la sconfitta del 25 agosto scorso e provando a forzare la mano per creare le condizioni perché si riaprisse la possibilità di un accordo unitario tra tutte le forze politiche.

In grande sintesi non si capisce perché, dopo tutto il polverone, il disordine e la cagnara sollevati da Lega e Forza Italia, tocchi al Partito Democratico “ripulire” e rimettere in ordine le cose quando invece siamo stati fermi, leali e coerenti alle nostre posizioni, da subito e da sempre. Di riportare un clima sereno di confronto politico tra le parti ce ne faremo carico in primis noi, come Partito Democratico, perché siamo una forza politica seria e responsabile che mantiene la parola presa e che si sta facendo carico di difendere le istituzioni e la politica locale. Siamo talmente sereni e rigorosi che, a questo punto, interessa più a noi che ad altri sapere come si esprimerà il giudice chiamato in causa sulla vicenda Signoroni, sia esso del tribunale ordinario o del TAR. Adesso si dice che il PD è rimasto da solo e si è isolato per difendere le elezioni del Presidente della Provincia e la candidatura di Signoroni, facendola passare per una manifesta incapacità di unire il territorio. A tutti gli effetti non è così perché, al contrario, proprio questa vicenda ci fa scoprire che ci sono tantissimi sindaci e amministratori, non solo di centrosinistra, che hanno a cuore le istituzioni e che sono seri e rigorosi, dimostrando che per il bene del proprio territorio sono ben disposti a superare steccati partitici come, del resto, ha fatto fin da subito il Partito Democratico. Quindi, se mi si dice che il PD si è isolato rispetto alle altre forze politiche, rispondo dicendo che le altre forze politiche si sono isolate dal territorio e che se questa è la consistenza delle forze politiche alternative al Partito Democratico, di cui dispone il nostro territorio provinciale, allora, citando un grande regista, il PD preferisce “ballare da solo”.

Vittore Soldo – Segretario provinciale del Partito Democratico