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Assemblea Nazionale PD. Piloni:”BENE LA RELAZIONE DI RENZI.AVANTI CON LE RIFORME”

La relazione di Renzi all’assemblea nazionale del PD è stata molto ampia e articolata. Bene la posizione sull’immigrazione, così come sulle Unioni Civili. Si è giustamente dato molto spazio all’economia, legando la necessità delle riforme alla reale possibilità di crescita e occupazione. Giusto ridurre le tasse su impresa e lavoro, così come sulla prima casa. Senza però dimenticarsi di far pagare coloro che evadono e chiedere di più a chi a di più.
Necessari per la crescita sono però gli investimenti, e il ruolo degli enti locali, che invece rimangono bloccati ad un patto di stabilità che deve necessariamente essere rivisto.
Nei confronti dell’Europa dobbiamo essere più determinati nel contrastare la politica dell’austerità ed inserire, invece, elementi di giustizia e solidarietà che possono contribuire alla vera costruzione di un’Europa più politica.
Questi obiettivi potranno essere raggiunti se nel frattempo prestiamo la dovuta attenzione anche al nostro partito, alla sua organizzazione nazionale e territoriale. Perché Renzi non può bastare a sé stesso né al PD.
Serve un PD forte per sostenere l’azione riformatrice del Governo, anche nei territori per essere al fianco degli enti locali e delle nostre amministrazioni, che stanno vivendo un momento storico molto difficile sia dal punto di vista economico che sociale. E’ solo affrontando i temi con la dovuta serietà che si possono dare le giuste risposte.
Questi obiettivi sono nella nostre mani, sulle nostre spalle, ed è nostra responsabilità portarli avanti con determinazione e convinzione. Anche nei territori.

Matteo Piloni, Segretario provinciale PD Cremona

Cinzia Fontana scrive al Governo per sollecitare l’adozione del decreto attuativo contenente i criteri sulla detassazione dei premi di produttività per l’anno 2014

Di seguito il testo dell’interrogazione dell’on. Cinzia Fontana, rivolta al Governo, per l’adozione del decreto attuativo contenente i criteri sulla detassazione dei premi di produttivita’ per l’anno 2014.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

FONTANA CINZIA MARIA – Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell’economia e delle finanze. – Per sapere – Premesso che:

l’articolo 1, comma 482, della legge n. 228/2012 (legge di stabilità 2013), ha stabilito la proroga – per il periodo dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2014 – di misure sperimentali per l’incremento della produttività del lavoro attraverso l’introduzione di una speciale agevolazione;

il medesimo comma ha inoltre fissato al 15 gennaio 2014 il termine per l’emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, finalizzato alla definizione delle modalità di attuazione delle misure di cui sopra;

considerato che a tutt’oggi il citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri non risulta ancora adottato;

considerato che il mancato rispetto dei termini per l’emanazione dei criteri applicativi, insieme alla riduzione dei fondi disponibili, sta depotenziando uno strumento che avrebbe invece dovuto contribuire all’incremento degli accordi sulla produttività del lavoro;

entro quali termini si intenda provvedere all’adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, così come disposto dall’articolo 1, comma 482 della Legge 228/2012, anche in considerazione della valenza sociale ed economica della disposizione.

Ricostruzione carriera dei direttori scuole cremonesi: accolto dal Governo l’odg presentato dalla deputata Cinzia Fontana

Il Governo ha accolto l’ordine del giorno presentato ieri in Aula dall’onorevole Cinzia Fontana, con cui si chiede che siano riconosciuti ai direttori dei servizi generali ed amministrativi delle scuole i decreti di ricostruzione della carriera così come già regolarmente vistati ed approvati dalla Ragioneria generale dello Stato.

«La questione e’ stata sollevata dalle scuole cremonesi – ha dichiarato Cinzia Fontana – a seguito degli atti di diffida con cui si intima ai dirigenti scolastici di annullare i provvedimenti di ricostruzione della carriera dei direttori e di reinquadrarli con un metodo diverso che comporterebbe, di fatto, una penalizzazione economica».

«Ci auguriamo che il Governo provveda velocemente a dare una soluzione dignitosa e definitiva a questa categoria di lavoratori della scuola, – conclude Fontana – evitando così eventuali ricorsi da parte dei soggetti in servizio ed anche di quelli che già fruiscono del trattamento pensionistico».

Clicca per leggere il testo integrale dell’Ordine del giorno n.9-2157-6.

Dibattito sulla fiducia al governo Renzi. L’intervento del Sen. Pizzetti

Ecco il testo integrale dell’intervento del Senatore Luciano Pizzetti in occasione dell’approvazione della mozione di fiducia al governo Renzi. Il Presidente del Consiglio ha poi risposto nelle sue conclusioni alle considerazioni del Senatore del PD cremonese, con il proposito di approfondire i suggerimenti in tema di riforme istituzionali.

LUCIANO PIZZETTI (PD).
Signor Presidente, onorevole Presidente del Consiglio, buon lavoro. Lei ci ha chiesto fiducia e noi le daremo fiducia, con la franchezza e la lealtà da lei sollecitate.
Abbiamo sentito le sue dichiarazioni: sono impegnative, direi molto impegnative. Delineano uno sforzo riformatore straordinariamente consistente in un tempo straordinariamente breve. Il buon esito di tale sforzo poco ha a che fare con il coraggio; molto ha a che fare con la responsabile consapevolezza. Perciò avrà bisogno del sostegno convinto di tutta la sua maggioranza, i cui confini parlamentari sono ben delineati e non suscettibili di movimenti carsici.
Una maggioranza ancora anomala, perché non figlia di un esito elettorale bipolare, ma una maggioranza ben più politica di quella che ha dato vita al Governo Letta e di quella che lo ha sostenuto dal momento in cui Berlusconi ha lasciato quest’Aula a seguito del voto sulla decadenza. Più politica e meno emergenziale. Sono le dichiarazioni che lei ha delineato ad imprimerle questo carattere: riforme economiche, istituzionali, civili ed organizzative. E’ la presenza nel Governo dei segretari delle principali forze politiche che la sostengono a caratterizzarla così. E` il confine temporale di legislatura da lei indicato a darle questo segno.
Lei si e`assunto – dunque – un compito serio, e non è interesse dell’Italia che lei fallisca. Perciò, noi la sosterremo con responsabilità e con lealtà: con responsabilità, perché abbiamo a cuore l’Italia; con lealtà, che non e` quella data dalla disciplina di partito, tanto meno dal timore del voto anticipato (una sorta di propensione «scaldaseggiola»). Quella lealtà che viene dal senso di comunità del Partito Democratico, «ditta» o meno che sia, e dalla volontà di sospingere riforme. Una lealtà – le assicuro – ben maggiore di quella a volte riservata al suo predecessore. Non ci saranno quotidiani comunicati di distinguo dalle scelte del Governo. Lei rappresenta in persona il nostro Governo, non un Governo amico.

Le chiediamo di mettere un’attenzione straordinaria alle questioni dell’impresa e del lavoro e di avere come stella polare la giustizia e l’equità. Per dare vigore al sistema democratico un ruolo primario spetta alle riforme costituzionali e ordinamentali (senza di esse il Paese non decollerà, anche se il PIL tornerà a crescere): un sistema istituzionale e produttivo di buone norme, capace di accompagnare l’evoluzione sociale e civile del Paese, capace di riconnettere i cittadini allo Stato.
La riduzione dei costi della politica è un tassello: il pilastro è l’efficientamento del sistema. Lei ha insistito sul tassello e ha delineato il pilastro. Un pilastro che, affinché sia portante, ha bisogno di un’ulteriore immissione di idee.
Signor Presidente, sulla legge elettorale, ad esempio, il testo in discussione alla Camera della deputati va rafforzato e migliorato nel suo spirito maggioritario, selettivo della rappresentanza politica e degli eletti, garante della parità di genere. Forze politiche estranee alla maggioranza sono preziose nel definire una buona legge, ma non possono imporre alla maggioranza la propria visione. Le maggioranze politiche non possono essere variabili; se così fosse verrebbe meno la maggioranza stessa.
Sulle riforme costituzionali vogliamo discutere a partire dalla fine del bicameralismo italico, affidando alla sola Camera il compito di dare fiducia al Governo e la preminente funzione legislativa.
Ciò detto, in modo convinto e non da ora, il tema è: il Senato è costo superfluo e residuale? O deve essere un cardine di garanzia democratica della nuova Repubblica? Noi pensiamo che debba essere così: non un’istituzione ad elezione diretta, bensì di rappresentanza in una moderna Repubblica federale. Rivisti e riadattati, possono davvero essere punti di riferimento i modelli senatoriali tedesco o francese (forse più il secondo del primo), con funzioni co-legislative su norme costituzionali, diritti civili e rapporti con Regioni ed enti locali; con funzione di controllo e verifica sulle nomine di alti dirigenti dell’amministrazione statale, anche come supporto alla giusta iniziativa contro il moloch della burocrazia; con funzioni di inchiesta parlamentare; con ruoli sulle nomine delle Authority.
Noi ci siamo; noi vogliamo essere protagonisti di questo processo di riforma; vogliamo essere protagonisti di un passo avanti, non di uno indietro. Noi siamo pronti – lo dico a lei e alla neo Ministra per le riforme costituzionali – ad agire affinché la prima lettura del disegno di legge di riforma costituzionale possa concludersi entro l’avvio della Presidenza italiana del semestre europeo, per darle ulteriore forza in quell’appuntamento. In questo contesto il Titolo V va certamente rivisitato, non con la categoria del pentimento bensì con quella del miglioramento. La Repubblica funziona se tutti i livelli sono responsabilizzati, ovviamente con il principio di salvaguardia degli interessi nazionali in capo allo Stato. La soluzione sta in ciò, non nel riaccentramento statalista. La stagione federalista non va azzerata ma completata, e la funzione del nuovo Senato va pensata in questa chiave. Per questo sarebbe un grave errore – glielo dico franca-mente, presidente Renzi – separare la riforma del Senato dalla riforma del Titolo V. Ci ripensi nella sua idea di far partire in rami diversi del Parlamento queste riforme, perché tutto si tiene, soprattutto dentro un’idea di Repubblica federale.
Insomma, per concludere, noi non ci sentiamo tacchini né sul tetto né sul piatto. Siamo consapevoli delle emergenze e dei bisogni di cambiamento: e` in gioco l’Italia. Perciò, nel rispetto dei ruoli di Governo e Parlamento, lei troverà in noi non dei resistenti, ma dei sollecitatori. Con questo spirito, voteremo la fiducia a lei e al suo Governo.