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Approvato il decreto “Cura Italia”: 25 miliardi per aiutare famiglie, lavoratori e imprese

L’emergenza dovuta al contagio da Coronavirus, oltre a minare la tenuta del sistema sanitario, rischia di infettare in maniera profonda la nostra economia. Le conseguenze economiche potrebbero essere davvero pesanti se non agiamo subito. Per questo il governo ha approvato, anche sulla base delle indicazioni pervenute dal Partito Democratico, un maxi-decreto in grado di contenere l’emergenza economica. Solo le prime misure, viene assicurato dallo stesso governo, per frenare i contraccolpi economici dell’emergenza e per sostenere la sanità.

La manovra “Cura-Italia”, definita “poderosa” dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha un  valore di 25 miliardi di euro e finanziamenti mobilitati per 350, è un’iniezione immediata di sostegno all’economia. E aiuta imprese, famiglie, sanità, lavoro, anche posticipando le scadenze fiscali. Tra le tante misure approvate, le più importanti riguardano: gli ammortizzatori sociali concessi a tutti i lavoratori, per 9 settimane; sostegno alle partite Iva; sospensione di versamenti di ritenute, contributi, premi assicurativi e Iva per le imprese colpite dall’emergenza; bonus e indennità per i lavoratori. E poi, ancora, sospensione per 9 mesi delle rate del mutuo sulla prima casa per chi è in difficoltà; 15 giorni di congedo parentale senza vincolo di reddito e bonus da 600 euro per baby sitter per le famiglie con bambini; misure di sostegno per chi si prende cura di persone con disabilità; aiuti a piccole e medie imprese per 3 miliardi di euro. Infine un credito d’imposta del 60% per i negozianti e artigiani che pagano un affitto e una forma di sostegno per i lavoratori dipendenti e autonomi in maggiore difficoltà. Ma non solo. Arriva anche il potenziamento del Servizio Sanitario nazionale e della Protezione Civile, con uno stanziamento di oltre 3 miliardi, per finanziare ad esempio le ore straordinarie per gli ospedalieri . La Protezione Civile potrà requisire strutture sanitarie, anche private, per fronteggiare l’emergenza. Prevista poi la produzione di mascherine in deroga alla normativa vigente.

Composta da 120 articoli, scritta nelle ore in cui il virus avanza nel Paese, la manovra è dunque un primo passo fondamentale, che servirà per sostenere l’economia, aiutandola a farla ripartire appena terminata l’emergenza. Perché è un dovere aiutare imprese e famiglie a reggere l’impatto. E una cosa è certa: il PD farà di tutto affinché nessuno venga lasciato solo.

Informazioni su come richiedere l’attivazione delle misure varate dalla manovra del governo: Mini-Guida “Cura Italia”

Sanità: in Lombardia superticket abolito dal 1° marzo grazie al governo nazionale

Grazie ai fondi del governo nazionale, in Regione Lombardia non si pagherà più il superticket su visite ed esami diagnostici dal 1° marzo 2020 e i cittadini risparmieranno fino a quindici euro a prestazione. Dopo anni di annunci, grazie alla decisione del “governo giallo-rosso” l’abolizione del superticket sarà presto realtà.

È invece incorso in un incidente il presidente della commissione sanità del Consiglio regionale, il consigliere leghista Emanuele Monti, che annuncia oggi la delibera sbagliata, quella del luglio scorso, che introduceva un taglio al superticket parziale e condizionato a reddito, composizione familiare e tipo di patologia, peraltro mai entrato in vigore. A luglio, infatti, c’era ancora il governo giallo-verde, sostenuto da Monti, ma la decisione di abolire il superticket è dell’attuale governo, quello che vede la partecipazione del Partito Democratico. Se nel resto d’Italia il superticket sarà cancellato a luglio, in Lombardia lo sarà a marzo, perché la Regione utilizzerà risorse nazionali per anticipare la misura.

Venerdì 17 gennaio incontro con il viceministro degli esteri Marina Sereni

Il viceministro degli esteri Marina Sereni sarà a Cremona venerdì 17 gennaio per un incontro pubblico sulla questione libica e mediorientale: tra scenari di guerra, nuovi equilibri geopolitici e diritti umani. Appuntamento alle ore 21,00 presso la Sala Rodi in Piazza Giovanni XIII.

Vittore Soldo: “Il PD sostiene il nuovo governo. Pizzetti? Anche lui ha espresso consenso per l’operazione politica”

Il segretario provinciale del Partito Democratico Vittore Soldo è intervenuto, con un comunicato alla stampa locale, sulle vicende della formazione del nuovo governo, chiarendo la posizione ufficiale della federazione cremonese. Anche sulla questione del mancato voto di fiducia da parte del deputato Luciano Pizzetti il segretario ha precisato che per i parlamentari non esiste il vincolo di mandato e che, comunque, lo stesso Pizzetti ha ribadito il suo consenso per l’operazione politica, avendo riserve solamente sulla composizione della squadra.

Ecco il comunicato integrale di Soldo:

E’ finalmente cambiato il corso di questa legislatura: con la fiducia votata nelle due camere possiamo ricominciare da dove l’Italia si era fermata il 4 marzo 2018 e riprendere a risalire la china della crescita, seppur nel frattempo, il governo giallo-verde, abbia fatto di tutto per invertire numeri e tendenze che i Governi Renzi e Gentiloni erano riusciti a innescare. Non lo dico con vena polemica ma per dare la giusta importanza all’oggettività dei dati numerici di crescita di un paese: nell’arco di questo ultimo anno e mezzo, l’Italia ha perso terreno e oltre ad un contesto economico europeo e internazionale non così favorevole, l’azione di Governo messa in campo da Salvini e Di Maio non solo non ha portato a fare in modo che l’Italia tenesse testa alla stagnazione ma ha addirittura fatto in modo che tutti gli indicatori di crescita, fossero negativi: abbiamo perso terreno, siamo meno competitivi nel contesto internazionale e perdiamo fiducia come paese su cui investire.

Vorrei però fare un passo indietro e riportare tutti ai primi di agosto di quest’anno, dove un senatore della Repubblica italiana che da 26 anni, vive “nelle” e grazie alle Istituzioni di questo paese perché giustamente votato, apriva la crisi di Governo dal bagno 41 di una spiaggia romagnola. Nessun commento sulla forma e le modalità: è giusto che ognuno scelga da chi e come essere rappresentato. La questione vera che sarebbe interessante chiedersi e che si chiedono tutti è il perché di un gesto tanto inaspettato quanto incomprensibile. Ecco, in merito a questo non avrei grandissimi dubbi: quando si subordina la Politica alla propaganda, arriva il momento in cui, ad un aspirante Premier o uomo di governo, manca la capacità ed il coraggio di vera proposta perché si rende conto che se potesse fare quello che ha promesso nella sua eterna e controversa campagna elettorale, scasserebbe un paese così come purtroppo ha fatto in poco che è stato al Governo. Da tutti i punti di vista: sociale, di tenuta democratica, dal punto di vista economico. Salvini più che aver aperto la crisi con il Movimento 5 Stelle ha in realtà aperto la crisi con sé stesso, con il suo modo di intendere la politica e, probabilmente, non so quanto consapevolmente, ha messo in atto un’azione di sabotaggio verso sé stesso per fare in modo di affidare a qualcun altro, più accorto e capace, l’onere di governare le complessità di un grande paese come l’Italia: Salvini ha preso atto di non essere in grado di prendere in mano l’Italia e di governarne i processi. Se n’è accorto lui e se ne sono accorti le realtà economiche e produttive. Nazionali e internazionali. A Valle dei deliri da Mojito, si è aperta la possibilità di fare in modo che la legislatura potesse continuare nel caso in cui il Partito Democratico si rendesse disponibile a fare un accordo di Governo con i 5Stelle: così è stato e nonostante i timori e la ritrosia di molti di noi, della base come dei più alti dirigenti del PD, si è fatto quello serviva in questo momento di grande fragilità. Si è data una guida al Paese.

A livello locale abbiamo affrontato questo passaggio chiedendo ai nostri militanti di partecipare ai due  momenti di confronto che abbiamo organizzato nell’ambito delle Feste dell’Unità, in svolgimento nel mese di agosto. Oltre ad una partecipazione molto alta sia in termini numerici che di qualità degli interventi, abbiamo avuto un riscontro chiaro: in altre condizioni avremmo preferito non fare un Governo con il Movimento 5 Stelle, anche e non solo per le differenze di stile e di storia che ci distingue. Fatto salvo questo sentire diffuso, dalla grande maggioranza dei militanti è uscita la volontà di far prevalere il bene del paese rispetto alle divergenze con un movimento che è così liquido da cambiare alleanza di Governo senza colpo ferire. Abbiamo deciso tutti insieme di metterci a servizio del Paese, perché per senso di responsabilità, serietà e rigore, era ed è stato giusto farlo. La crisi del governo giallo-verde si chiude con il cambio di Governo ed il voto al nuovo esecutivo nei due rami del parlamento, di questa settimana. Mi arrivano e leggo l’interesse rivolto verso di noi soprattutto per quella che è stata la scelta dell’on. Luciano Pizzetti di non partecipare al voto di fiducia al nuovo Governo. Premetto che l’on Pizzetti ha espresso a me e di fronte ad un’assemblea di militanti il suo pieno favore all’operazione politica che si è poi concretizzata e si è esplicitamente speso perché questo avvenisse. Faccio inoltre presente che lo stesso on.Pizzetti, prima del voto di fiducia al Governo, e dopo aver appreso di quale sarebbe stata la composizione del nuovo esecutivo, mi aveva informato che era orientato a non partecipare al voto di fiducia per un suo dissenso rispetto alle scelte fatte, fatto salvo non ci fosse stato un problema di quorum che avrebbero reso difficile la partenza del nuovo corso della legislatura. Faccio inoltre presente che l’on. Pizzetti dopo aver già spiegato pubblicamente la sua posizione, sarà disponibile a spiegare ulteriormente le sue motivazioni nell’ambito della prossima assemblea provinciale che organizzeremo entro fine mese.

La posizione del Partito Democratico provinciale, così come la mia personale e quella della maggior parte dei dirigenti locali, è a favore della fiducia del nuovo esecutivo ma ciò non toglie che, credo, si sia innescato un interesse, a tratti, un po’ morboso, rispetto a cosa sarebbe successo dopo alla presa di posizione di Luciano Pizzetti rispetto alla fiducia al nuovo Governo. Sgombro subito il campo: niente. O meglio, spero che questo ci porti a discutere di più e meglio rispetto al senso e al modo di fare Politica. Faccio inoltre presente che se dovessi aprire una discussione sul tema della disciplina di partito e mi mettessi a piantare un chiodo per tutte le volte che non è stata contemplata passerei il tempo a fare solo quello: non esistono vincoli di mandato e ciascuno si deve sentire responsabile per il ruolo che è chiamato a ricoprire. Questo vale per i rappresentanti istituzionali di ogni livello come per i membri delle segreterie di partito o a chi viene coinvolto in tutte le riunioni dove si decide qualcosa: ciascuno inizi a pensare alla propria disciplina, così poi, potremo aprire e chiudere anche questo tema di confronto. Ci aspetta un periodo in cui sarà importante fare sistema e pensare a come fare in modo che la nostra provincia ed il nostro territorio, venga considerato per quello che è e per le potenzialità che può esprimere: mi riferisco ai temi delle infrastrutture ma a molti altri temi rispetto ai quali sarebbe importante uscire dalla competizione di cortile per far prevalere il bene comune: sia i partiti che i corpi intermedi provinciali, così come le associazioni di categoria devono ricominciare a fare sistema. Se non lo faremo pagheremo e faremo pagare un prezzo altissimo ai nostri cittadini. Inoltre faccio presente che qualora, il nuovo Governo dovesse prendere in considerazione la possibilità di promulgare una nuova legge elettorale, come sembra, questo significherà la necessaria ridefinizione dei collegi elettorali. Questo per il nostro territorio potrebbe, rappresentare per il nostro territorio, un passaggio molto delicato. Questa credo sia una delle cose importanti da considerare dal punto di vista politico: tutto il resto rischia di essere solo contorno.

Luciano Pizzetti, la telefonata: “Anche se non ho votato la fiducia a Conte, resto nel PD”

Grazie al sito d’informazione Welfare Network, riportiamo il link per ascoltare la telefonata in cui l’On. Luciano Pizzetti motiva le ragioni per le quali non ha votato la fiducia al governo Conte bis:

https://www.welfarenetwork.it/la-telefonata-luciano-pizzetti-pd-cr-anche-se-non-ho-votato-la-fiducia-a-conte-resto-nel-pd-20190911/