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Cassa Integrazione in deroga: Regione Lombardia in grave ritardo con l’invio delle richieste all’INPS

L’INPS ha fornito i dati aggiornati relativi alla gestione ed erogazione della Cassa Integrazione in deroga. Stante la situazione creata dall’emergenza Coronavirus, il governo aveva esteso questo strumento di tutela per i lavoratori delle aziende che non possono ricorrere alla Cassa ordinaria per 9 settimane. Con il nuovo dovrebbe esserci un’ulteriore proroga per altre 9 settimane, in pratica fino al 31 ottobre 2020. L’iter per l’ottenimento della Cassa in deroga è più complesso di quello ordinario, perché le domande sono gestite e determinate dalle Regioni che esaminano ed istruiscono le pratiche per poi girarle all’INPS per il pagamento. Purtroppo alcune Regioni, tra cui la Lombardia, non sono state finora molto efficienti nel registrare ed inviare le richieste a loro pervenute.

“Dal 1 aprile è stato possibile inviare le richieste di Cassa Integrazione in deroga – dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico Matteo Piloni – ma la Lombardia ha iniziato ad inviare le pratiche all’INPS solo il 15 aprile. Un ritardo pagato dai lavoratori che ancora oggi non hanno visto accreditarsi la cassa integrazione. ‘Siamo partiti lentamente’ è stata la giustificazione dell’assessore al Lavoro che ha risposto in aula alla nostra interrogazione in merito, garantendo che entro fine settimana tutte le richieste saranno inviate all’INPS e che solo nell’ultimo week-end sono state inoltrate 40mila domande. Bene, ma non benissimo! I ritardi ci sono stati e molti lavoratori lombardi rischiano di non vedersi accreditato l’importo della cassa prima della fine di maggio, se non oltre. La Regione acceleri e, dove possibile, anticipi lei i soldi della cassa come aveva annunciato a metà aprile. E se ci sono problemi con INPS li risolva. Le famiglie e le aziende non vivono di polemiche”.

Lettera di Luciano Pizzetti e altri deputati PD al governo: “Un contributo straordinario per i territori più colpiti”

Il deputato cremonese Luciano Pizzetti e altri parlamentari del Partito Democratico hanno scritto una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri per chiedere un’attenzione particolare del governo nei confronti di quelle aree più colpite dall’emergenza Coronavirus. La richiesta è firmata, oltre che dallo stesso Pizzetti, anche da Maurizio Martina, Elena Carnevali, Marina Berlingheri e Alfredo Bazoli, in rappresentanza delle Province di Cremona, Lodi, Bergamo, Brescia e Piacenza.

I parlamentari PD riconoscono l’impegno che il governo ha finora profuso con scelte difficili ma necessarie e con prime azioni importanti per sostenere lavoratori, imprese, famiglie e enti locali. L’imperativo categorico, assolutamente condiviso, è non lasciare indietro nessuno, non perdere nessun posto di lavoro e non fare chiudere nessuna impresa. Per questa ragione nei prossimi provvedimenti economici, si chiede di individuare un contributo straordinario di emergenza anche nei confronti dei territori più colpiti e di definire scelte infrastrutturali utili al rilancio dello sviluppo di queste Province. Queste terre, seppur duramente provate, hanno certamente le energie e la forza per ripartire ma queste comunità, oggi più che mai, hanno bisogno di sentire vicino l’intero Paese.

Ecco la lettera integrale al governo: Lettera PD Conte-Gualtieri

Approvato il decreto “Cura Italia”: 25 miliardi per aiutare famiglie, lavoratori e imprese

L’emergenza dovuta al contagio da Coronavirus, oltre a minare la tenuta del sistema sanitario, rischia di infettare in maniera profonda la nostra economia. Le conseguenze economiche potrebbero essere davvero pesanti se non agiamo subito. Per questo il governo ha approvato, anche sulla base delle indicazioni pervenute dal Partito Democratico, un maxi-decreto in grado di contenere l’emergenza economica. Solo le prime misure, viene assicurato dallo stesso governo, per frenare i contraccolpi economici dell’emergenza e per sostenere la sanità.

La manovra “Cura-Italia”, definita “poderosa” dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha un  valore di 25 miliardi di euro e finanziamenti mobilitati per 350, è un’iniezione immediata di sostegno all’economia. E aiuta imprese, famiglie, sanità, lavoro, anche posticipando le scadenze fiscali. Tra le tante misure approvate, le più importanti riguardano: gli ammortizzatori sociali concessi a tutti i lavoratori, per 9 settimane; sostegno alle partite Iva; sospensione di versamenti di ritenute, contributi, premi assicurativi e Iva per le imprese colpite dall’emergenza; bonus e indennità per i lavoratori. E poi, ancora, sospensione per 9 mesi delle rate del mutuo sulla prima casa per chi è in difficoltà; 15 giorni di congedo parentale senza vincolo di reddito e bonus da 600 euro per baby sitter per le famiglie con bambini; misure di sostegno per chi si prende cura di persone con disabilità; aiuti a piccole e medie imprese per 3 miliardi di euro. Infine un credito d’imposta del 60% per i negozianti e artigiani che pagano un affitto e una forma di sostegno per i lavoratori dipendenti e autonomi in maggiore difficoltà. Ma non solo. Arriva anche il potenziamento del Servizio Sanitario nazionale e della Protezione Civile, con uno stanziamento di oltre 3 miliardi, per finanziare ad esempio le ore straordinarie per gli ospedalieri . La Protezione Civile potrà requisire strutture sanitarie, anche private, per fronteggiare l’emergenza. Prevista poi la produzione di mascherine in deroga alla normativa vigente.

Composta da 120 articoli, scritta nelle ore in cui il virus avanza nel Paese, la manovra è dunque un primo passo fondamentale, che servirà per sostenere l’economia, aiutandola a farla ripartire appena terminata l’emergenza. Perché è un dovere aiutare imprese e famiglie a reggere l’impatto. E una cosa è certa: il PD farà di tutto affinché nessuno venga lasciato solo.

Informazioni su come richiedere l’attivazione delle misure varate dalla manovra del governo: Mini-Guida “Cura Italia”

Mercatone Uno, Piloni (PD): “Subito la cassa integrazione, la Regione attivi il fondo delle anticipazioni sociali”

Un intervento attivo della Regione sulla crisi del Mercatone Uno, che coinvolge più di 300 lavoratori in Lombardia. Questo quanto chiesto oggi dai consiglieri regionali del Partito Democratico, nel corso di un’audizione delle rappresentanze sindacali e datoriali (assente la proprietà  anche se convocata) che si è tenuta oggi in Commissione attività produttive, e che è stata chiesta proprio dal consigliere PD Matteo Piloni. Incontro che ha visto la partecipazione anche di alcuni dipendenti della sede di Madignano e del sindaco Elena Festari.

“Abbiamo chiesto l’audizione sulla crisi del Mercatone Uno – afferma il consigliere Piloni a margine dell’audizione – perché la situazione è davvero preoccupante. Una situazione che riguarda tutta la Lombardia e, per quanto riguarda la provincia di Cremona, 39 dipendenti della sede di Madignano, a cui si devono sommare gli altrettanti dipendenti che sono rimasti a casa a partire dallo scorso agosto. La necessità primaria è che il ministero dello Sviluppo economico attivi quanto prima gli ammortizzatori sociali, visto che il Tribunale di Bologna lo scorso venerdì ha stabilito la retrocessione dell’amministrazione straordinaria. Fondamentale è anche  sollecitare il Governo affinchè siano ripristinate  tutte le condizioni  economiche e contrattuali precedenti alla vendita e quindi  annullati i passaggi  di contratto di lavoro da full time a part time siglati a seguito di accordi che, date  le mutate condizioni, non sono più validi. Chiediamo, inoltre, alla Regione di mettere in campo tutte le azioni  di politiche attive del lavoro, a partire dal rifinanziamento delle azioni di rete”.

“La Regione –  ha proseguito il consigliere che ha partecipato insieme ai colleghi al presidio di protesta di fronte a palazzo Pirelli al quale hanno partecipato anche i dipendenti della sede di Madignano – riattivi il fondo della anticipazioni sociali che consente ai lavoratori di  ricevere la cassa integrazione in tempi brevi”. 

Andrea Virgilio (PD): “Imprese, lavoro ed infrastrutture sono la nostra priorita’”

“Il sostegno alle imprese deve essere al centro di questa campagna elettorale: è infatti uno dei temi fondamentali per il nostro territorio”. Così interviene Andrea Virgilio, vice segretario provinciale del Partito Democratico, ribadendo anche che “si tratta di un obiettivo che si deve perseguire attraverso quattro pilastri fondamentali,  consapevoli dell’importanza che ha il comune capoluogo rispetto a questi processi e consapevoli delle importanti iniziative di sistema messe in campo dallo stesso mondo imprenditoriale cremonese”.

Ecco le proposte che Il Partito Democratico ha avanzato:

1) Il primo pilastro riguarda il rilancio della partita infrastrutturale per contrastare quell’isolamento che caratterizza Cremona e il sud Lombardia. La gomma e il ferro non sono alternativi ma complementari,  i prossimi cinque anni devono essere il momento della svolta su partite rimaste congelate per troppo tempo. I prossimi mesi saranno già quelli decisivi per avere risposte chiare sull’autostrada Cremona –  Mantova e sulla tempistica per gli investimenti nelle nostre tratte ferroviarie.

2) Il secondo pilastro è il sostegno alle nostre filiere, alle competenze strategiche della nostra provincia, ancorandole al sistema formativo. La multipolarità del nostro territorio è una grande risorsa, le tante eccellenze devono essere messe a sistema.

3) In questi anni il Comune di Cremona ha avviato un percorso diretto a garantire incentivi per favorire l’insediamento di nuove imprese, superando anche quei pacchetti localizzativi che non si sono rivelati all’altezza della situazione. Questo aspetto va rilanciato, va allargato a una dimensione territoriale più ampia coinvolgendo l’intera provincia, è un percorso che  deve continuamente essere implementato  non solo dal punto di vista urbanistico, edilizio, fiscale ma  attraverso un maggiore coinvolgimento di Regione Lombardia che potrebbe garantire ulteriori leve e ulteriori stimoli.

 4) Il quarto aspetto è il ritorno del valore dell’intermediazione. Dopo anni di difficoltà il miglior antidoto al populismo è dare spazio e valore agli organismi intermedi, alla loro funzione di rappresentanza non solo all’interno di tavoli di lavoro di carattere provinciale,  come ben si sta facendo, ma anche nell’ambito di progetti strategici all’interno di un territorio  perché quando amministrazioni ed associazioni sono unite per raggiungere lo stesso traguardo è più facile concretizzare risultati positivi.