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Pensioni: al via “Ape sociale” e “Quota 41”. Cinzia Fontana (PD): “Maggiore serenità ed equità per i lavoratori”

Pubblicati ieri in Gazzetta Ufficiale – e in vigore da oggi – i decreti attuativi sul pensionamento anticipato per le lavoratrici e i lavoratori precoci (quota 41) e sull’Ape sociale. Approvate con la legge di bilancio 2017, le due misure rivolte ai lavoratori in condizione di maggiore difficoltà prevedono:

1) Per il lavoratori precoci la riduzione a 41 anni di contributi del requisito per accedere alla pensione anticipata (anziché gli attuali 42 anni 10 mesi per gli uomini e 41 anni 10 mesi per le donne) indipendentemente dall’età anagrafica

2) Per i lavoratori che hanno almeno 63 anni di età, una indennità, chiamata Ape sociale, fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia (attualmente 66 anni 7 mesi), quindi per un periodo massimo di 3 anni e 7 mesi.

In entrambi i casi, per poter accedere ad una delle misure previste, occorre essere in possesso di determinati requisiti a partire dal 1° maggio 2017 (allego schede esplicative). Per quest’anno le domande dovranno essere presentate entro il 15 luglio.

La deputata PD Cinzia Fontana ha così commentato l’entrata in vigore di queste due misure: “Dopo l’estensione della quattordicesima alle pensioni fino a due volte il minimo e l’aumento dell’importo sulle pensioni fino a 1,5 volte il minimo (che sarà erogata il prossimo 1° luglio a 3,6 milioni di pensionati), dopo l’approvazione del cumulo gratuito dei periodi contributivi, dopo la parificazione della no tax area dei pensionati a quella dei lavoratori dipendenti dal 2017, dopo i recenti provvedimenti sul reddito di inclusione per le fasce più deboli, con i decreti attuativi su quota 41 e sull’Ape sociale si compie un ulteriore passo in avanti nella direzione della giustizia sociale e a favore di chi è in condizione di maggiore disagio. La conferma, quindi, che il Governo e il Partito Democratico hanno deciso di restituire ai lavoratori e ai pensionati un po’ di serenità e di equità, immettendo risorse sul sistema pensionistico dopo anni di sacrifici molto pesanti. Una svolta, insomma, davvero importante”.

I frutti positivi dell’accordo sulle pensioni: scheda di sintesi a cura dell’on. Cinzia Fontana (PD)

Governo e organizzazioni sindacali hanno messo nero su bianco un verbale di intesa molto importante e, nel suo insieme, largamente positivo. Dialogo sociale e confronto costruttivo tra le parti hanno posto le basi per un accordo di merito che credo il Paese tutto non possa che salutare con grande favore.

Sei miliardi di euro in tre anni per affrontare i nodi più rilevanti e urgenti e per superare le distorsioni e le rigidità più evidenti del nostro sistema pensionistico sono infatti un passo avanti di non poco conto. Soprattutto perché l’intero impianto dell’accordo si tiene insieme grazie ad un filo conduttore ben preciso, che è quello dell’equità e della giustizia sociale. Ora, certo, quei punti dell’intesa si dovranno tradurre concretamente negli articoli e nelle tabelle delle leggi di bilancio perché possano poi entrare in vigore ed essere applicati, con risorse che saranno necessariamente graduate nel prossimo triennio e con misure che dovranno essere meglio definite e articolate. Per passare, poi, a quella che nel verbale è definita la “fase 2”, cioè l’impegno a proseguire il confronto per ulteriori interventi di riforma del sistema contributivo che guardino in particolare al corretto rapporto tra generazioni per dare prospettive ai più giovani.

L’incontro ha prodotto un verbale in cui si parla di misure per l’accesso alla pensione, laddove si sofferma sui lavoratori precoci, sui lavori usuranti, sul cumulo gratuito dei periodi contributivi, sulla flessibilità in uscita con particolari agevolazioni per alcune categorie di lavoratori in condizioni di maggior bisogno. Ma parla anche di interventi per chi è già pensionato, laddove introduce l’obiettivo di sostenere i redditi bassi da pensione, con la parificazione della fascia di reddito esente da imposta a quella del lavoro dipendente e con l’estensione della quattordicesima ai pensionati sotto i circa 1.000 euro lordi mensili. Nel merito rimando alla scheda allegata. Mi piace però sottolineare la profonda soddisfazione che provo per un lavoro di confronto positivo sulle questioni affrontate nell’accordo. So che, come sempre, tutto è perfettibile, che ci sarà ancora tanto da fare, che ci saranno certamente situazioni che non troveranno da subito una soluzione, che dovremo declinare con grande attenzione ogni passaggio legislativo. Tutto vero, ma è innegabile il fatto che, dopo anni di sacrifici molto pesanti utili del resto a togliere il Paese dal baratro in cui stava sprofondando, stavolta il Governo Renzi ha deciso di restituire ai lavoratori e ai pensionati un po’ di serenità e di equità, immettendo risorse proprio sul sistema pensionistico. Una svolta, insomma, davvero importante.

Cinzia Fontana – Deputata PD

Allegato: Scheda sintesi – Accordo pensioni governo-sindacati

Cremona. Incontro tra l’on. Cesare Damiano e i sindacati lombardi. PD:”Necessario riprendere il confronto”

In una gremita sala Zanoni si è tenuto ieri sera (lunedì 27) l’incontro organizzato dal PD tra l’on. Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, e i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil Lombardia: Elena Lattuada, segretaria Cgil; Osvaldo Domaneschi, segretario Cisl; Danilo Margaritella, segretario Uil.

Dopo una breve introduzione di Fabrizio Aroldi (introduzione Aroldi) della commissione lavoro della Federazione del PD cremonese, la parola al segretario provinciale Matteo Piloni che, dando la parola agli ospiti, ha sottolineato la necessità del confronto e dell’incontro tra le parti sociali.

“E’ positivo il tavolo tra il Ministro Poletti e le parti sindacali – ha sottolineato l’on. Damiano – In un momento in cui è la Democrazia ad essere messa in crisi, è quanto mai necessario recuperare un rapporto tra le parti sociali del Paese.”

Concetto ribadito a più riprese anche dai tre rappresentanti dei sindacati lombardi, che hanno apprezzato l’iniziativa e hanno annunciato che non faranno mancare il loro supporto, anche critico, rispetto ai provvedimenti su cui il Governo sta lavorando.

“Critiche costruttive e necessarie, per aiutare il Governo a fare bene e meglio – ha ribadito Damiano – Dobbiamo dare risposte alla gente che alle ultime elezioni non ci ha votato, perché il voto delle amministrative, non è stato solo un voto di cambiamento, ma il chiaro segnale che il Governo deve fare di più nel dare risposte “sociali” ai problemi reali del Paese.”

damiano 2

Di seguito il documento della commissione Lavoro del PD di Cremona: documento sul lavoro

Di seguito pubblichiamo il link per firmare la petizione promossa da Cesare Damiano sulla flessibilità delle pensioni: http://www.progressi.org/pensioni 

PARLIAMO DI LAVORO E PENSIONI. Incontro con l’on. CESARE DAMIANO e i segretari generali della Lombardia di Cgil, Cisl e Uil. Lunedi 27 giugno, ore 21 Sala Zanoni – Cremona

I dati del I^ trimestre, pubblicati dall’Istat, confermano un trend positivo per l’occupazione. I numeri dell’Istat riguardano soprattutto i posti a tempo indeterminato, ma contemporaneamente i lavoratori autonomi e le piccole medie imprese sono ancora in sofferenza.

I risultati sono sì positivi ma non ancora sufficienti a rilanciare il Paese.
In queste settimane il Governo ha ripreso in mano la questione delle pensioni, aprendo un tavolo con le forze sindacali.
Lavoro e pensioni. Di questo parleremo il prossimo lunedi 27 giugno a Cremona con un incontro-confronto tra l’on. Cesare Damiano, presidente della commissione lavoro alla Camera, e i tre segretari lombardi dei sindacati: Elena Lattuada (CGIL), Osvaldo Domaneschi (CISL), Danilo Margaritella (UIL).
E’ la prima volta che il PD organizza un incontro di questo tipo, almeno in Lombardia. Un incontro molto importante e attuale, non solo per approfondire gli importanti temi sul tavolo, ma anche per aprire un serio confronto con le categorie sindacali, anche nel nostro territorio.
L’appuntamento è per lunedì 27 giugno alle ore 21 presso a sala Zanoni a Cremona.

Matteo Piloni
Segretario provinciale PD

Damiano 2016 (1)

E’ LEGGE IL DECRETO SULLA RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI. Fontana, PD:” Sì, quindi, al parziale rimborso – il 1° agosto – a coloro che percepiscono da tre a sei volte il minimo Inps e sì ad ulteriori risorse per gli ammortizzatori sociali.”

Con il voto di ieri al Senato, è stato convertito in legge il decreto in materia di pensioni e di ammortizzatori sociali.
Dopo la sentenza della Corte costituzionale, che ha dichiarato illegittimo il blocco per due anni della rivalutazione delle pensioni senza successivo recupero approvato nella manovra ‘Salva Italia’ del 2011, il Governo è intervenuto nel mese di maggio per definire il meccanismo con il quale restituire parte della perdita d’acquisto, negli anni 2012 e 2013, delle pensioni sopra i 1.443 euro lordi (ricordo che le pensioni sotto quella soglia, quelle cioè più basse, avevano già avuto in quegli anni la rivalutazione del 100%).

Si tratta di un recupero parziale, certo, che non restituisce tutto a tutti. Perché il ripristino integrale del meccanismo di indicizzazione delle pensioni avrebbe comportato per il bilancio dello Stato un onere pari a circa 18 miliardi di euro nell’anno in corso e oltre 4 miliardi di euro a decorrere dal 2016.
Ma i nostri conti pubblici non se lo possono permettere, pena il taglio di ulteriori servizi o l’introduzione di nuove tasse oppure la rinuncia a destinare risorse su interventi urgenti a favore dei giovani o di chi oggi in pensione non riesce ad andarci.
Si è decisa, pertanto, una restituzione parziale privilegiando i redditi medio bassi, riportando comunque nel sistema pensionistico circa 4 miliardi di euro in cinque anni, e cercando di distribuire queste risorse in modo equo e solidale, dando di più a chi ha di meno e riducendo il rimborso al crescere del valore delle pensioni, fino a sei volte il minimo Inps. Oltre questo tetto – circa 3.000 euro lordi al mese e che riguarda il 4,7% dei pensionati – non viene restituito nulla.

L’importo degli arretrati, che sarà erogato automaticamente il 1° agosto 2015, è riconosciuto con il seguente meccanismo:
– per le pensioni da tre a quattro volte il minimo Inps: il 40% del tasso di rivalutazione per gli anni 2012 e 2013; l’8% per gli anni 2014 e 2015; il 20% dall’anno 2016;
– per le pensioni da quattro a cinque volte il minimo Inps: il 20% del tasso di rivalutazione per gli anni 2012 e 2013; il 4% per gli anni 2014 e 2015; il 10% dall’anno 2016;
– per le pensioni da cinque a sei volte il minimo Inps: il 10% del tasso di rivalutazione per gli anni 2012 e 2013; il 2% per gli anni 2014 e 2015; il 5% dall’anno 2016;
È certamente positivo il fatto che gli aumenti delle pensioni che derivano dal nuovo meccanismo continueranno ad avere effetto anche per il futuro, poiché saranno inseriti nella base di calcolo delle successive rivalutazioni.

Voglio inoltre porre l’accento su altre questioni importanti, non di minore impatto sociale, che sono inserite nella legge, tra cui:
– l’incremento delle risorse per la Cassa integrazione in deroga, che passa dai 700 milioni previsti a 1,7 miliardi di euro, e l’aumento delle somme destinate ai Contratti di solidarietà, che passa da 70 milioni a 290 milioni. In totale, quindi, sugli ammortizzatori sociali sono state aggiunte risorse per 1,3 miliardi;
– la previsione che il coefficiente di rivalutazione del montante contributivo utilizzato per il calcolo del valore delle pensioni future non possa essere inferiore a “uno”. Ricordo che, per effetto della recessione e della bassa inflazione, il tasso di capitalizzazione nel 2014 avrebbe avuto per la prima volta un segno negativo, riducendo così le aspettative pensionistiche dei lavoratori attivi. Con la norma ora introdotta si stabilisce un principio rilevante con l’obiettivo di evitare un impatto recessivo sulle pensioni future;
– un termine temporale unico per tutti i trattamenti pensionistici, gli assegni, le pensioni e le indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili, nonché le rendite vitalizie Inail, che viene fissato al 1° giorno di ciascun mese.

Si tratta quindi di un provvedimento che destina in questo anno risorse comunque significative a persone con redditi medio-bassi e a lavoratrici e lavoratori in situazioni di crisi, cercando di restituire parte dei pesanti sacrifici cui sono stati sottoposti negli ultimi anni.
Rimane in ogni modo prioritario concentrare gli sforzi dei prossimi mesi, in occasione della discussione sulla legge di stabilità, sul tema della previdenza, per correggere le rigidità e le penalizzazioni presenti nel sistema e per costruire una certezza per i giovani lavoratori di oggi.