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Fondi ai Comuni lombardi, Piloni (PD): “Chiediamo alla Regione più risorse per i territori più colpiti”

E’ approdato in commissione “Programmazione e bilancio” di Regione Lombardia il progetto di legge della giunta Fontana che prevede un indebitamento di 3 miliardi per fronteggiare l’impatto economico dell’emergenza Coronavirus. In questo provvedimento sono previsti anche risorse da destinare a tutti i Comuni lombardi per investimenti in opere pubbliche locali.

“Come gruppo consiliare del Partito Democratico – dice il consigliere regionale PD Matteo Piloni – abbiamo presentato alcuni emendamenti per aumentare le risorse ai Comuni e soprattutto a quelli dei territori più colpiti, come la Provincia di Cremona, ma la maggioranza non li ha accolti. Abbiamo chiesto di destinare altri 400 milioni per i Comuni, sostenendo maggiormente quelli dei territori più colpiti dall’emergenza Covid-19 (proprio come le Province di Cremona, Brescia, Bergamo e Lodi),  le fasce comprese tra i 1.000 e i 3.000 abitanti e i Comuni che hanno effettuato la fusione”.

“Ci saremmo aspettati una maggiore condivisione da parte della maggioranza – conclude Piloni – ripresenteremo queste proposte, insieme ad altre ancora, il prossimo 4 maggio quando il provvedimento sarà sottoposto al voto dell’aula consiliare, sperando in un sostegno trasversale con un ripensamento almeno da parte di quegli esponenti di forze politiche di maggioranza che vengono proprio dai territori più colpiti”.

Piano di sviluppo rurale, PD: Regione Lombardia in grave ritardo nella distribuzione delle risorse europee

Dall’Europa i soldi arrivano. E anche molti. Un bel fiume di denaro che potrebbe inondare la Lombardia un po’ in tutti i settori produttivi. E invece rimane fermo alla fonte, perché chi amministra oggi questa regione non fa i bandi e di conseguenza non elargisce i denari. A pagarne le spese è prima di tutto l’agricoltura, che vede la Lombardia ai primi posti in Italia in quanto a produzione. Ma questo pare non interessare molto l’attuale Giunta lombarda. Ne ha parlato stamattina il Gruppo regionale del PD, durante una conferenza stampa.

Nel contempo, proprio stamattina, in I Commissione Bilancio, veniva approvato, all’interno della risoluzione per la sessione europea di martedì prossimo, in modo bipartisan (la Lega non ha partecipato al voto), un emendamento che richiama la Giunta regionale a spendere le risorse del Piano di sviluppo rurale per evitare che l’Europa attivi la ‘clausola del disimpegno’, ovvero che ritiri la disponibilità delle risorse che non vengono spese in tempo. “La presunta eccellenza di Regione Lombardia, rispetto alla gestione dei fondi europei, è smentita da fatti in parte oggi oggetto di attenzione anche della Magistratura, come nel caso dei fondi Bei, in parte di livello politico, come nel caso dell’agricoltura”, ha esordito il capogruppo Enrico Brambilla.

A Marco Carra, consigliere regionale del PD e capogruppo in Commissione Agricoltura, il compito di spiegare cosa accade: “Il Programma di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020, che permette a ogni Stato membro dell’Unione europea di utilizzare tutte le risorse economiche a disposizione del sistema agroalimentare, in Lombardia può contare su 1.157 milioni di euro di cui 499 milioni provenienti dall’Ue, 461 milioni dallo Stato e 197 milioni dal bilancio regionale. Ebbene, di quei soldi, al 31 dicembre 2016, la Regione ha speso solo 89 milioni di euro, ovvero il 7,69%. L’eccellente Lombardia si ritrova non ai primi posti, come accadeva in passato, ma dietro a Bolzano (19,78%), al Veneto (15,54%), a Trento (10,97%), alla Sardegna (10,28%), all’Umbria (9,92%) e all’Emilia Romagna (8,43%). E a pari merito con regione italiane che vengono definite arretrate o poco virtuose dalla stessa Lega”.

Un caso emblematico è quello della Misura 19 del Piano di sviluppo rurale 2014-2020 ‘Sostegno allo sviluppo locale Leader – Gal’, di cui ha parlato il consigliere Agostino Alloni: “Dopo che molti dei territori definiti svantaggiati hanno unito sinergie pubbliche e private per presentare i progetti, a differenza che in passato, questa volta l’assessorato all’Agricoltura ha lasciato fuori qualcuno dal bando, che in questo caso era stato pure fatto. Ma questa scelta insensata e non giustificata ha scatenato una serie di ricorsi che, di fatto, hanno bloccato la Misura e oggi la Lombardia è praticamente l’unica regione a non aver potuto distribuire nemmeno un euro degli oltre 60 milioni a disposizione”. Ma nel contempo, ha sottolineato Alloni assieme ai colleghi, “l’assessorato spende 610mila euro, anziché i già molti 280mila, per 5-6 numeri l’anno della rivista che invia agli agricoltori. Questo incredibile aumento, fatto con i soldi del Psr destinati alla comunicazione e in parte con risorse regionali, guarda caso avviene l’anno prima delle elezioni. A cosa serve la rivista? A pubblicizzare i bandi che poi non vengono indetti”, hanno concluso i consiglieri PD.

Fontana, PD. DIRITTO ALLO STUDIO DISABILI SENSORIALI E ALUNNI CON HANDICAP SCUOLE SUPERIORI: “Superare l’incertezza sulle competenze!”

Superare l’incertezza sia sulle competenze che sulle risorse in merito ai servizi di inclusione scolastica dei disabili: questa è la richiesta contenuta nell’interrogazione che abbiamo presentato al Governo nel mese di luglio e che di seguito riporto.
Se da un lato, infatti, i 10 milioni di euro messi a disposizione da Regione Lombardia e gli ulteriori 30 milioni di euro destinati dal Governo con la legge 125/2015 permettono di assicurare il servizio per l’anno in corso (coprendo così la prima parte dell’anno scolastico), rimane comunque aperto il problema di come continuare a garantire ai disabili un diritto – quello appunto allo studio – oggetto di specifica tutela sia a livello internazionale che costituzionale.
Il rimpallo di responsabilità cui stiamo assistendo tra Governo, Regioni e Province deve assolutamente finire. Vanno quindi definite al più presto e in modo chiaro le funzioni, le deleghe e le risorse economiche ad esse assegnate, al fine di dare certezze e risposte adeguate ad un diritto incomprimibile quale quello all’integrazione scolastica dei ragazzi disabili.

Cinzia Fontana, Deputata PD

Ecco il testo dell’interrogazione:
CARNEVALI, CINZIA MARIA FONTANA e GASPARINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
in materia di istruzione scolastica, l’articolo 139 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni e agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59) ha attribuito alle province, in relazione all’istruzione secondaria superiore, e ai comuni, in relazione agli altri gradi inferiori di scuola, i compiti e le funzioni inerenti al supporto del servizio di istruzione per gli alunni con handicap o in situazione di svantaggio;
anche una sentenza del Consiglio di Stato del 9 aprile 2013 (n. 01930/2013 Reg. Prov. Coll. n. 09749/2011 Reg. Ric.), riferita al contenzioso tra il comune di Vimercate e provincia di Monza, ha stabilito la competenza esclusiva della provincia in materia di assistenza educativa e trasporto scolastico agli alunni disabili della scuola secondaria superiore;
l’articolo 85 della legge 56 del 2014 ha definito le funzioni fondamentali in capo alle province affermando, nel contempo, che le rimanenti funzioni – tra cui l’assistenza educativa e il trasporto scolastico degli alunni disabili delle scuole secondarie superiori e gli interventi di integrazione scolastica a favore di studenti disabili sensoriali – saranno attribuite alle regioni attraverso un processo di riordino che individui le risorse finanziarie necessarie all’esercizio delle funzioni che devono essere trasferite;
tale processo di riordino non è ancora concluso, in quanto molte regioni non hanno ancora legiferato in materia, altre hanno invece provveduto a legiferare individuando modalità diverse: alcune, infatti, hanno mantenuto le funzioni in capo alle regioni con attribuzioni di risorse economiche, altre hanno delegato ancora le province definendo tuttavia ruoli e risorse economiche non sempre sufficienti. Ciò sta determinando condizioni di profonda incertezza sulla garanzia del diritto allo studio di numerosi alunni disabili;
il diritto all’istruzione dei disabili è oggetto di specifica tutela sia a livello internazionale – Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006, ratificata e resa esecutiva in Italia con la legge n. 18 del 2009 – che nell’ordinamento interno, in attuazione della disposizione contenuta nel terzo comma dell’articolo 38 della Costituzione;
la legge 5 febbraio 1992, n. 104 garantisce il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona handicappata e ne promuove la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società –:

quali iniziative il Governo intenda mettere in atto per superare l’incertezza su competenze e risorse in merito ai servizi di inclusione scolastica dei disabili e garantire così su tutto il territorio nazionale, a partire dall’anno scolastico 2015/2016, pari condizioni di diritto allo studio riferite al servizio di istruzione per gli alunni con handicap o in situazione di svantaggio frequentanti le scuole secondarie superiori, così come al servizio di integrazione scolastica a favore degli alunni con disabilità sensoriali. (5-06050)