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Logistica: martedì 05 dicembre 2023 incontro pubblico a Rivolta d’Adda

Il circolo PD di Rivolta d’Adda organizza un’iniziativa sul tema del consumo di suolo legato alla proliferazione delle strutture per la logistica nel territorio dell’Alto Cremasco.

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Consumo di suolo, consumo di futuro: venerdì 27 ottobre 2023 incontro pubblico a Pandino

Il circolo PD di Pandino organizza un’iniziativa sul tema della proliferazione delle strutture per la logistica e le loro conseguenze per il territorio in ambito ambientale e socio-economico, a partire dalla questione del consumo di suolo.

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Rigenerazione urbana: la nuova legge regionale mette a rischio le aree agricole

Uno degli strumenti principali per ridurre il consumo di suolo è la “rigenerazione urbana”, ovvero il recupero di aree e fabbricati dismessi. La Regione Lombardia si appresta a votare, martedì 12 novembre, una propria legge in materia, che il Partito Democratico giudica, sinteticamente, inefficace e controproducente. “In Lombardia esistono tremila aree dismesse distribuite in 650 comuni e ci sono 914 siti da bonificare. In provincia di Cremona ci sono 95 aree dismesse, per 213 ettari, e 8 siti da bonificare. Una legge che non si occupa prioritariamente di queste non è una buona legge per la rigenerazione urbana” spiegano i consiglieri regionali democratici Matteo Piloni e Carmela Rozza.

Il testo che andrà in discussione, infatti, prevede incentivi volumetrici fino al 20% dei fabbricati da rigenerare e riduzioni fino al 60% degli oneri di urbanizzazione per qualunque operazione avvenga sul suolo lombardo, in deroga ai Piani di Governo del territorio e senza discriminazioni tra aree effettivamente da risanare e aree in buona salute, anche di pregio, in cui ci siano palazzi da riqualificare. La rigenerazione riguarderà qualsiasi area del territorio regionale, perfino i parchi, e se un comune vorrà escludere una porzione di territorio lo dovrà motivare, esponendosi automaticamente ai ricorsi di chi si vedrà privato di un beneficio scritto in legge. “La rigenerazione – spiegano gli esponenti del Pd – va fatta dando in mano ai comuni strumenti per incentivare proprietari e costruttori laddove effettivamente serve. Con questa legge, invece, verranno legate le mani ai comuni sul governo dell’urbanistica, perché non potranno efficacemente incidere sulle aree che sono davvero da rigenerare mentre vedranno crescere le volumetrie nelle aree già sane dove sono più alti i prezzi di mercato. Non solo, i comuni vedranno diminuire in modo indiscriminato gli introiti da oneri di urbanizzazione, con l’effetto secondario che saranno indotti ad alzarli. Potranno escludere alcune aree dagli effetti della legge, esponendosi però a ricorsi. Cittadini, amministrazioni e operatori vengono messi in conflitto e questo genererà complicazioni per tutti. Ancora di più se di mezzo ci fosse un parco, perché ciò che sta bene al comune potrebbe non stare bene all’ente e le complicazioni aumenterebbero a dismisura”.

Un ulteriore problema riguarda le bonifiche, per le quali la legge non prevede né risorse né strumenti ad hoc. E, per finire, c’è il grande tema del suolo agricolo: “sono novemila le aziende agricole lombarde che vengono gestite non dal proprietario, che spesso è un ente come il Policlinico di Milano o il Pio Albergo Trivulzio, e date in affitto a chi lavora la terra. Tutte queste aziende vengono messe a rischio. Basterà, infatti, che il proprietario le lasci sfitte per tre anni per poter poi riconvertire i fabbricati a qualsiasi scopo, anche il residenziale. Uno scenario appetibile per i proprietari di questi immobili, ma una vera minaccia all’attività agricola lombarda. Questa norma va stralciata e il recupero dei fabbricati agricoli deve avere una normativa apposita, che punti sulla salvaguardia dell’attività agricola.” Il Pd, dunque, annuncia battaglia costruttiva in Consiglio regionale per modificare un testo che, se passerà in questa versione, creerà molti più problemi di quelli che si prefigge di risolvere. “Noi presenteremo le nostre proposte – concludono Piloni e Rozza – che mirano a dare ai comuni gli strumenti per fare vera rigenerazione e che aiutano davvero proprietari e imprenditori che vogliono impegnarsi nella rigenerazione del territorio. E cercheremo di salvaguardare l’agricoltura lombarda da questo ulteriore sfregio annunciato. Confidiamo che la Regione voglia accogliere proposte di buonsenso”.

Territorio: con la nuova legge regionale si rischia una colata di cemento nelle campagne lombarde

Un articolo del progetto di legge regionale sulla rigenerazione urbana rischia di dare il via libera a grandi colate di cemento nelle zone agricole della Lombardia. A denunciarlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Matteo Piloni che questa mattina, durante la seduta della commissione territorio del Consiglio regionale, ha sollevato la questione relativa ad un articolo della proposta di legge della giunta regionale, che avrebbe come scopo la riduzione del consumo di suolo e il recupero delle aree e del patrimonio edilizio. Tra le aree da recuperare ci sono anche le cascine, le stalle e i capannoni agricoli che costellano le campagne lombarde ma non solo, perché spesso sono state nel tempo inglobate dagli abitati.

Se passasse la nuova norma, potrebbe bastare che gli edifici rurali fossero non utilizzati da soli tre anni perché li si possa destinare ad altri usi diversi da quello agricolo. Con un premio: si potrebbero ampliare fino al 20%. “Quando la Lega e Forza Italia parlano di stop al consumo di suolo e di rigenerazione urbana c’è sempre qualche inghippo nascosto tra le righe – dichiara Piloni -. Questa norma è in evidente contrasto con l’azzeramento del consumo di suolo, in quanto sarà possibile trasformare un rudere all’interno di un’area agricola in un complesso di villette a schiera o in una palazzina. Questo porterà strade, servizi, altre lottizzazioni e quindi altro cemento. Un conto è il recupero del patrimonio storico esistente rappresentato anche da tante cascine, un altro è invitare a cementificare le campagne e dismettere le attività agricole. Con una mano Fontana e la Lega parlano di difendere il nostro territorio e le nostre aziende agricole e con l’altra vogliono portare il cemento nel cuore della campagna. Così è inaccettabile”.

Difesa del suolo, Alloni (PD): “Legge necessaria, ma depotenziata nell’impianto e nelle risorse”

È una norma a suo modo innovativa, per quanto riguarda Regione Lombardia. Supera una lunga inerzia. Arriva in Aula dopo un serio lavoro nelle Commissioni. Ma per come è stata strutturata, è carente e poco coraggiosa, non è una vera legge quadro, un testo unico. E ne paga pesantemente lo scotto delegando, tra l’altro, tutto alla Giunta. Ecco perché il Gruppo regionale del Pd, oggi, martedì 8 marzo 2016, durante la seduta di Consiglio regionale, ha votato contro la Revisione della normativa regionale in materia di difesa del suolo, di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e di gestione dei corsi d’acqua. “Non c’è contraddizione tra il lavoro svolto cui abbiamo partecipato anche noi, il fatto che consideriamo alcune norme di questo progetto di legge positive e il nostro voto contrario – spiega il consigliere regionale del Pd Agostino Alloni–. Tre aspetti negativi ci hanno spinto a non approvare il testo così come presentato. Il primo è la modalità legislativa che si viene a determinare con questo pdl, portando a un indebolimento nei rapporti tra Consiglio e Giunta, tra legislativo ed esecutivo: c’è un eccesso di delega, con un rimando continuo a provvedimenti di natura regolamentare che è ben vero saranno sottoposti all’esame delle Commissioni, ma in modo non vincolante. E dare una delega assoluta vuol dire consegnare un affidamento totale delle scelte in un campo delicatissimo come la gestione del suolo lombardo, a chi sta politicamente dalla parte opposta rispetto alla nostra. Non ci può trovare d’accordo una decisione del genere”.
Più tecnica la seconda ragione. “In provincia di Cremona quasi il 70% dei comuni ha problemi idrogeologici ma questo provvedimento è insufficiente – spiega Alloni -. Viene finalmente introdotto il principio dell’invarianza idraulica (ossia, in una determinata area la portata al colmo di piena deve essere costante prima e dopo la trasformazione dell’uso del suolo, ndr), ma serviva una strettissima e necessaria correlazione con il tema del consumo di suolo che invece manca. La legge regionale 31, infatti, dimostra che la Regione va nella direzione contraria rispetto alla difesa del suolo visto che nei pgt si conferma l’edificabilità di 500milioni di metri quadri di suolo lombardo. Il provvedimento non potenzia gli uffici AIPO attualmente con un numero insufficiente di personale tecnico. A Cremona abbiamo solo tre tecnici che si occupano di un’area molto vasta che copre anche altre province – aggiunge -: questo comporta non solo che molte opere non riescono ad essere completate da anni ma soprattutto ci sono finanziamenti che non vengono spesi per opere idrauliche per mancanza di addetti. Questo provvedimento inoltre rimanda a diciotto regolamenti di attuazione: se per la legge sul trasporto pubblico si trattava di nove regolamenti e, dopo quattro anni dalla sua approvazione, è ancora ferma al palo, non oso immaginare il futuro di questo provvedimento”.
Infine, la questione finanziaria che è stata sottolineata “persino dai banchi della maggioranza dove qualcuno ha detto che il provvedimento non ha benzina sufficiente per essere alimentato – ha ricordato ancora Alloni –. Le risorse dedicate, a parte quelle già previste in bilancio, sono meno di 400mila euro in tre anni e appaiono davvero esigue, rispetto alla grande esigenza del territorio lombardo. Non ce ne sono per i Comuni, né per i contratti di fiume, né per i cosiddetti progetti strategici di sottobacino. Insomma, ancora una volta si ripropone il modello delle nozze con i fichi secchi che desta parecchie perplessità sulla reale volontà di risolvere questi problemi”.